Attacco al sindaco di Tagliacozzo, incendiate le auto di sua proprietà

Tagliacozzo. Vile attacco nei confronti del sindaco di Tagliacozzo Maurizio di Marco Testa. La notte scorsa in Via Veneto sono state messe a fuoco le auto di Di Marco Testa, e anche se non vi è ancora la certezza dei fatti, si può ipotizzare che l’incendio sia di natura dolosa. La famiglia del primo cittadino è stata allarmata nella notte dall’abbaiare del proprio cane, come raccontato da Ilaria, figlia del sindaco. Subito dopo si è sentito un boato e il Sindaco, sua moglie Gabriella e sua figlia sono usciti in strada assistendo inermi al rogo delle proprie auto. La prima a prendere fuoco è stata la Fiat Cinquecento (in uso alla moglie), in seguito l’incendio si è propagato anche alle altre due auto vicine: la Mini Cooper (utilizzata dalla figlia) e l’Alfa Romeo. Subito si sono presentati i Vigili del Fuoco che hanno spento l’incendio e con loro i carabinieri della compagnia di Tagliacozzo. Sembra, inoltre, che durante l’esplosione, si sia avviato il motore d’accensione della Mini, tanto che appena usciti di casa, i proprietari l’hanno vista avanzare i qualche metro mentre era in fiamme. Appena quest’ultime sono state domate, sono iniziati i rilievi delle forze dell’ordine che hanno aperto un fascicolo sull’accaduto. L’abitazione del Sindaco non è lontana dalla Banca di Credito Cooperativo, le cui telecamere potrebbero aver ripreso l’accaduto. “È un fatto gravissimo”, ha dichiarato il primo cittadino alla redazione di Marsicalive, “ad ora non riesco nemmeno ad immaginarmi un nemico che possa avercela con me sino a tal punto. Sono fiducioso nel lavoro delle forze dell’ordine. La verità salterà fuori”. Prima di rientrare a casa la moglie Gabriella aveva affermato di aver visto un’auto bianca sospetta, verso le undici e un quarto, ora in cui era uscita per buttare l’immondizia. “All’inizio pensavo che in quell’auto in sosta potesse esserci dentro mio marito a parlare con qualche suo amico, ma non ho visto nessuno e quindi sono rientrata”, ha affermato, “sono senza parole. Il solo pensiero che possa esserci un nemico in questa piccola città, che posso averlo incontrato o possa incontrarlo in qualsiasi momento al bar, in piazza, mi lascia profondamente addolorata e mi spaventa”.

 

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