Assunzioni pubbliche in Abruzzo tramite liste dei disoccupati, liste ferme da anni

 

“Rischia di finire nel dramma la situazione dei disoccupati iscritti ai centri per l’impiego e da anni in attesa di essere assunti come previsto dalle leggi. – a spiegarlo è Marco Petrella del Movimento Disoccupati d’Abruzzo –
Malgrado la legge imponga il ricorso a tali liste da diversi anni molti enti tendono ad aggirarle con interpretazioni di legge singolari e che mirano solo a favorire assunzioni di persone segnalate dalla politica.
Si ricorre così sempre più spesso ad assunzioni tramite espedienti vari o liste interinali dove non si assume tramite graduatorie.
Il sistema è andato talmente degenerandosi che le chiamate tramite liste art 16 sono diventate una rarità e anche quando vengono fatte lo sono solo per stabilizzare persone precedentemente assunte dietro procedure diverse frutto di trattative politiche.
A Febbraio di quest’anno i disoccupati per così dire normali avevano ottenuto una importante vittoria contro questo malcostume che aveva creato liste alternative a quelle ufficiali con una pronuncia dell’Istat che aveva detto che tali procedure non erano corrette e che nelle graduatorie andavano inseriti tutti i possessori di titoli della medesima unità professionale.
Purtroppo come era prevedibile le ragioni della politica hanno avuto la meglio sui diritti dei disoccupati, infatti la regione a sorpresa ha deciso di annullare l’assunzione oggetto del comunicato Istat.
Tuttavia nessuna presa di posizione è arrivata a tutela delle migliaia di disoccupati che sono stati esclusi nelle precedenti selezioni ed in quelle seguenti realizzate con le medesime procedure che si è scoperto non erano corrette.
Che tali procedure siano poco corrette lo dimostrano pure delle inchieste della magistratura aperte in altre regioni e che hanno portato in alcune al blocco totale delle assunzioni tramite ditte interinali essendo palese e a tutti che tale metodo oltre che costoso per la collettività mira solo ad assumere persone segnalate al di fuori da ogni regola e graduatoria.
In Abruzzo invece il fenomeno ha raggiunto proporzioni inimmaginabili, solo nelle ASL vi sono 1100 assunti a tempo determinato e di questi la stragrande maggioranza è frutto di assunzioni tramite ditte interinali.
Giusto a titolo di paragone in Molise per 130 assunzioni alle ASL (un decimo di quelle fatte in Abruzzo) il danno erariale è stato di decine di milioni di Euro sottratti alla spesa sanitaria e che avrebbero potuto evitare tagli e diminuzione dei servizi
Posti che difatti sottraggono il lavoro agli aventi diritto che da anni attendono chiamate che non arrivano mai.
Solo tra gli Operatori EDP Abruzzesi vi sono centinaia di persone in attesa da anni ed escluse con motivazioni incredibili.
Se a Teramo si è tentato di assumere operatori EDP con titoli inesistenti assegnati a tavolino altrove come a L’Aquila si assumono gli stessi con contratto di lavoro autonomo in modo del tutto difforme da quanto previsto dalla L 56/87 che prevede SOLO ED ESCLUSIVAMENTE graduatorie pubbliche fatte in base al reddito ed all’anzianità di iscrizione.
Sempre a Teramo la ASL ha dichiarato di avere urgente bisogno di 38 Operatori EDP, di questi 8 sono arrivati tramite la mobilità volontaria e gli altri 30 sarebbero dovuti arrivare tramite liste dei CPI ma la regione che taglia servizi ovunque per ridurre i costi, ha bloccato tali assunzioni e prorogato quelle tramite ditte interinali che hanno costi molto maggiori sconfessando pure se stessa visto che aveva imposto una riduzione del 50% di tali assunzioni come imposto dal governo per ridurre le spese.
La situazione non va meglio nelle assunzioni tramite i comuni o altri enti dove anche qui le liste sono aggirate con interpretazioni delle leggi al limite del grottesco.
Spesso poi gli avvisi sono realizzati in modo difforme da quanto scritto dalla legge con una riga di poche parole introvabile via internet e consultabile solo presso i CPI dove spesso non è nemmeno specificato se si tratta di avviso pubblico o privato.
Questo malgrado nell’art 36 comma 2 del DGR 157/2006 sia chiaramente specificato che gli avvisi debbano contenere ben 15 punti utili a comprendere bene sia il lavoro da svolgere sia le varie modalità contrattuali oltre ai requisiti necessari per partecipare e i termini per sottoporre la propria candidatura.

L’utilizzo dei codici Istat delle professioni assegnati d’ufficio a determinate persone poi assunte è un metodo molto in uso che continua malgrado la stessa Istat abbia sconfessato con comunicato ufficiale tale pratica tutta Abruzzese.
Anche nelle modalità di effettuazione delle prove pratiche accadono cose incredibili.
Malgrado le leggi siano abbastanza chiare essendo ben specificato che le prove devono essere pratiche ed aperte al pubblico si assiste a procedure del tutto differenti e che mirano solo a bocciare il maggior numero di persone favorendone altre che si trovano molto indietro nelle graduatorie.
Prove pratiche fatte con temi di diritto per fare l’accalappiacani o quiz a risposta multipla senza possibilità di errori con in alcuni casi il 98% delle persone escluse dalle selezioni.
Il tutto per mansioni che tutti sarebbero in grado di svolgere non essendo previste per tali funzioni competenze particolari.
Viceversa per gli assunti tramite ditte interinali o altre tipologie è sufficiente una telefonata e sono subito assunti nelle stesse funzioni dove tra le liste dei CPI  anche un genio ha buone probabilità di esser bocciato.
Il presidente della regione più volte interpellato non dà risposte e i disoccupati attendono invano di vedere riconosciuti i loro diritti.
La legge stabilisce in modo inequivocabile che le assunzioni vanno fatte mediante avviamento degli iscritti nelle liste di collocamento e nessuno dei politici interpellati ha mai voluto rispondere alle legittime domande dei disoccupati che chiedono di sapere per quale motivo devono essere sostituiti da gente segnalata dalla politica che li scavalca sistematicamente nelle assunzioni.
Il diritto dei disoccupati ad avere risposte è sacrosanto come lo è doveroso da parte dei politici a cui fanno capo tali procedure dare loro delle risposte.
Non è ammissibile che si blocchi una procedura a pochi giorni dalle assunzioni dopo che si erano riconosciute le ragioni dei disoccupati esclusi come è accaduto per la selezione di Addetti all’immissione dati di Teramo.
La legge del Rio invocata per giustificare tale blocco consente la prosecuzione delle assunzioni.
Come si possano poi bloccare 40 assunzioni per dare il posto a tre persone che non hanno nemmeno le qualifiche richieste appare un mistero.
Non si capisce poi perché le assunzioni di dirigenti e quelle tramite agenzie interinali proseguono mentre si bloccano solo quelle delle persone che hanno rispettato le regole provocando pure un aggravio della spesa sanitaria regionale di decine di milioni di Euro e la conseguente chiusura di ospedali e ambulatori.
Non è ammissibile che si proceda ad assumere persone al di fuori da ogni regola e danneggiando le persone che avevano diritto a quei posti.
Le legittime aspirazioni dei precari ad avere una sistemazione e vittime  anche loro dei politici che li hanno illusi non possono essere pagate dalla povera gente la cui unica colpa è di non essersi trovato un santo protettore.
Occorre poi fare un distinguo tra i precari diventati tali a seguito di procedure selettive pubbliche e trasparenti e altri diventati tali a seguito di mere e proprie spartizioni politiche.
Ci attendiamo una netta presa di posizione da parte dei vertici regionali del PD e delle altre compagini politiche che devono chiarire se stanno dalla parte dei raccomandati o di chi invece le regole le rispetta.
Il fenomeno è letteralmente sfuggito di mano a tutti e ora ci sono migliaia di persone tutte a basso reddito e con situazioni familiari spesso drammatiche a cui è stato letteralmente rubato il lavoro.
Oltretutto per far fronte a questo esercito sostenuto da tutte le compagini politiche, si spendono molti soldi essendo le assunzioni tramite ditte internali molto più costose e provocano la riduzione dei servizi per gli ammalati negli ospedali e la chiusura degli stessi ospedali che subiscono il taglio delle spese.
E’ necessario che le persone che hanno subito tali ingiustizie si uniscano tra di loro in modo da tentare azioni comuni a tutela dei loro diritti. – conclude Marco Petrella –
A tal fine è stato creato un gruppo Facebook dal titolo “Movimento Disoccupati Abruzzesi” raggiungibile a questo indirizzo: https://www.facebook.com/disoccupatiinabruzzo/
la pagina è rivolta a chi vuole dare la propria adesione o proporre iniziative anche in vista di una Class Action contro regione e provincie qualora la situazione non si dovesse sbloccare.

 

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