MAZZOCCHI E ALFONSI INTERVENGONO SULLA VICENDA CRAB I due esponenti politici criticano come si sta gestendo la vicenda

AVEZZANO. Scontro politico sul futuro del Crab, i consiglieri Mazzocchi e Alfonsi criticano come si sta gestendo la cosa. I due esponenti politici dicono che il modo di operare della Provincia non gli appartiene e comunicano che chiederanno al Presidente quali siano le intenzioni dell’Ente per tutelare le maestranze e la ricerca, quest’ultima, ricordano, che è fuori dalle competenze istituzionali e dovrebbe essere dismessa la partecipazione.
“In materia di ricerca ed in particolare di Crab, la Provincia dell’Aquila, nello scorso mandato ha espresso precise volontà, disattese, e, purtroppo, ora se ne manifesta tutta la gravità” scrivono Mazzocchi e Alfonsi in un comunicato stampa. “La provincia non ha partecipato alla decisione scellerata, assunta con assemblea straordinaria, che ha decretato la messa in liquidazione e (speriamo di no) la fine della ricerca. Nello stato di “liquidazione” non ci vuole molto ad immaginare la difficoltà, anzi l’impossibilità, di partecipare a qualsiasi progettazione o bando capace di portare soldi alla ricerca e far “campare” in autonomia il Crab”.
“ Ci siamo sgolati con la Regione per spingere all’emanazione di una legge regionale abbozzata unanimemente in consiglio provinciale. Ma dopo un percorso iniziato nel verso giusto, con la nuova amministrazione regionale si é cambiata direzione. La provincia, non poteva condividere il meccanismo della liquidazione e la conseguente nomina di ben 4 liquidatori con le relative indennità, peraltro non preventivamente determinate, come invece hanno deliberato gli altri soci, regione e comune, in barba ai risparmi di spesa imposti dal momento contingente e con la certezza di esporre gli Enti a debiti fuori bilancio indefiniti. Dopo più di un anno quale è il risultato prodotto dalla liquidazione? Nessuno. La ricerca, come la sanità, deve trovare spazio nel bilancio regionale con la puntuale costante doverosa programmazione. Senza girarci troppo attorno. Si sono messe in campo forze scaturite dalla compensazione elettorale, ma senza risultato, e a meno che non ci siano pronti interventi finanziari atti a rimettere in bonis l’attività, la cancrena è irreversibile. È ora di prendere serie decisioni, che di indecisioni non se ne può più”.

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