Ospedale Avezzano: meno trasfusioni e miglior utilizzo delle scorte di sangue

Entro luglio, inoltre, saranno attivati i braccialetti rossi che, tramite un sistema informatico, alzeranno notevolmente il livello di sicurezza delle trasfusioni.

AVEZZANO –  Ridurre le trasfusioni, risparmiare sangue (le cui scorte sono sempre sul filo) e rendere più sopportabile l’intervento per il paziente: questi, in sintesi, gli obiettivi di una nuova procedura che a giorni verrà attivata all’ospedale di Avezzano per essere poi estesa a tutti gli altri presidi della Asl 1 Abruzzo. La procedura, che la Asl provinciale è tra le prime in Regione ad adottare, si chiama Pbm (patient blood management) ed è  il frutto di un percorso di preparazione, iniziato nei mesi scorsi all’ospedale di Avezzano, messo a punto da un comitato ospedaliero (per il buon uso del sangue) guidato da Luigi Dell’Orso, direttore del servizio immunotrasfusionale della Asl, e presieduto dal direttore sanitario di presidio Lora Cipollone. La procedura  verrà introdotta nei prossimi giorni ed, entro luglio, sarà accompagnata dall’attivazione dei braccialetti rossi che, tramite una gestione informatica, miglioreranno sensibilmente la sicurezza delle trasfusioni. Le nuove modalità di gestione della risorsa sangue prevedono un approccio multidisciplinare e quindi un lavoro in sinergia tra centro trasfusionale, reparti e servizi dell’ospedale. La prima unità operativa in cui si applicheranno le nuove modalità sarà quella di ortopedia, branca in cui l’esigenza di gestire al meglio il sangue è particolarmente sentita. In cosa consiste, in sostanza, la modalità della Pbm?

“Prima di effettuare interventi chirurgici programmati si fa in modo”, dichiara il dr. Dell’Orso, “di  portare a livelli il più possibile elevati i valori dell’emoglobina del paziente. Ciò consente di abbassare il rischio di trasfusioni, spesso necessarie a causa della perdita di sangue durante l’operazione chirurgica, e di contenere le sofferenze del malato, evitando al contempo complicanze. Va ricordato infatti che la trasfusione è  un piccolo trapianto poiché nell’organismo viene immesso sangue di altri soggetti, provocando reazioni di rigetto. L’altro obiettivo importante è risparmiare del sangue, le cui scorte annuali bastano a malapena a coprire il fabbisogno”. Nella provincia di L’Aquila ogni anno  ci sono circa 13.000 donazioni a cui la Marsica concorre assicurando la metà della disponibilità complessiva, quindi circa 6.500 sacche. L’esigenza di usare il sangue in modo più virtuoso per scopi terapeutici, (costantemente richiamata da organismi governativi e del settore) è giustificata dalle condizioni sempre più severe fissate per le donazioni (es:  stato di salute e stile di vita di chi mette a disposizione il proprio sangue). Entro il prossimo luglio, peraltro, all’ospedale di Avezzano entreranno in funzione i braccialetti rossi che, successivamente, saranno introdotti in tutti gli altri ospedali dell’azienda. Applicati al polso del paziente i congegni elettronici, tramite un sistema informatico, permetteranno di ridurre di molto il rischio di errori nelle trasfusioni, associando automaticamente il paziente alla sacca a lui destinata. Una misura che farà scendere il rischio di sbagli quasi in prossimità dello zero, alzando notevolmente il livello di sicurezza.

 

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