Parte la raccolta firme online per abolire i compiti a casa nella scuola dell’obbligo

Change.org è un sito che raccoglie petizioni online certificate e permette davvero di sensibilizzare le persone ad una causa ritenuta giusta e raccogliere consenso. Spesso il sito internet è riuscito davvero a “cambiare”, motivo che ha spinto a far nascere questa piattaforma. E’ online in questi giorni una petizione per chiedere che vengano aboliti i compiti a casa nella scuola dell’obbligo.

Apparentemente sembrerebbe una sciocchezza, in molti penseranno che i bambini devono studiare e che ne vale la loro istruzione e la loro crescita. Leggendo poi le motivazioni della petizione, in molti avranno sicuramente cambiato idea. Andando infatti sulla pagina della raccolta firme online, si apprende quanto segue:

<<Chiediamo che i compiti a casa siano aboliti, nella “scuola dell’obbligo”, perché:

  • sono inutili: le nozioni ingurgitate attraverso lo studio domestico per essere rigettate a comando (interrogazioni, verifiche…) hanno durata brevissima: non “insegnano”, non lasciano il “segno”; dopo pochi mesi restano solo labili tracce della faticosa applicazione;
  • sono dannosi: procurano disagi, sofferenze soprattutto agli studenti già in difficoltà, suscitando odio per la scuola e repulsione per la cultura, oltre alla certezza, per molti studenti “diversamente dotati”, della propria «naturale» inabilità allo studio;
  • sono discriminanti: avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti, e penalizzano chi vive in ambienti deprivati, aggravando, anziché “compensare”, l’ingiustizia già sofferta;
  • sono prevaricanti: ledono il “diritto al riposo e allo svago” (sancito dall’Articolo 24 della dichiarazione dei diritti dell’uomo) riconosciuto a tutti i lavoratori – e quello scolastico è un lavoro oneroso e spesso alienante: si danno anche nelle classi a tempo pieno, dopo 8 ore di scuola, persino nei week end e “per le vacanze”;
  • sono impropri: costringono i genitori a sostituire i docenti; senza averne le competenze professionali, nel compito più importante, quello di insegnare a imparare (spesso devono sostituire anche i figli, facendo loro i compiti a casa);
  • sono limitanti: lo svolgimento di fondamentali attività formative (che la scuola non offre: musica, sport…), oltre gli orari delle lezioni, che richiedono tempo, energie, impegno, esercizio, sono limitate o impedite dai compiti a casa;
  • sono stressanti: molta parte dei conflitti, dei litigi (le urla, i pianti, le punizioni…) che avvengono tra genitori e figli riguardano lo svolgimento, meglio il tardivo o il mancato svolgimento dei compiti; quando sarebbe invece essenziale disporre di tempo libero da trascorrere insieme, serenamente;
  • sono malsani: portare ogni giorno zaini pesantissimi, colmi di quadernoni e libri di testo, è nocivo per la salute, per l’integrità fisica soprattutto dei più piccoli, come dimostrato da numerose ricerche mediche.

Dalla Carta internazionale dei diritti dell’infanzia, art 31: “Gli Stati membri riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…”>>.

Se non siete convinti, potreste prendere in considerazione che, a differenza delle precedenti generazioni che al netto dei compiti a casa erano sempre in strada a giocare, quella attuale (come d’altronde le prossime) passa il tempo libero a guardare la tv o giocare ai videogames. E lo sviluppo motorio dov’è? Oppure pensate che non sia importante? Sarà pur vero che ci sono società apposite dove si possono portare i propri figli (scuola calcio etc.) – sempre se i genitori trovino tempo per portarceli a causa degli impossibili orari di lavoro – ma è anche vero che le attività si svolgono circa 2 volte a settimana per un’ora e mezza al massimo. Lo chiamate sviluppo motorio?

Poi, quando socializzerebbero i bambini? A scuola? A scuola i bambini passano quasi tutto il tempo incollati ad una sedia e come spesso accade se parlano o giocano tra di loro vengono invitati a tacere o addirittura puniti.

E le loro passioni? Ogni bambino ha una o più passioni nascoste, ma per scoprirlo ha bisogno di uscire là fuori e capire quali sono.

Poi, ultimo ma non per importanza: “ognuno è un talento” e non deve essere giudicato solo in base a criteri scolastici, che si rifanno inevitabilmente all’applicazione a casa. Non tutti sono portati allo studio ma non per questo non è detto che non possano emergere altrove, va quindi data loro la possibilità di applicarsi in altri campi a loro graditi.

Insomma, è ora di fare un passo in avanti e lasciare che i bambini crescano con una giusta istruzione, che può essere data loro al mattino (casomai modificando gli attuali metodi di insegnamento da costrittivi a costruttivi) ma che per il resto della giornata vivano – possibilmente all’aperto – e che imparino il mondo, conoscano le persone, si sbuccino le ginocchia ed inseguano i loro sogni e le loro passioni.

E’ nato un gruppo Facebook ed un sito internet a sostegno della campagna, portata avanti con convinzione da moltissime persone.

Per firmare la petizione ed approfondire la questione basta andare sul sito internet change.org .

D.D.N.

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