Rifiuti. L’Italia del vuoto a perdere

La locuzione “vuoto a rendere” indica che un contenitore (tipicamente bottiglie di vetro, ma anche in plastica PET) una volta svuotato dev’essere reso al fornitore, così che possa essere riutilizzato (si arriva fino a 20 riutilizzi per le bottiglie in PET, 40 per quelle in vetro). In genere, chi acquista il prodotto in vuoto a rendere paga una cauzione che viene resa al momento della restituzione.

L’espressione contraria è “vuoto a perdere”, che indica invece che il contenitore non viene restituito e può essere gettato. I vuoti a perdere sono molto spesso usa e getta, sebbene alcune aziende producano contenitori in vuoto a perdere che possono essere riutilizzati: quelli della Nutella, ad esempio, vengono comunemente usati come bicchieri (o brocche per quelli di maggiori dimensioni) una volta svuotati.

In Italia, quando acquistiamo il prodotto, paghiamo la cauzione sotto forma di costo del contenitore, senza che ci venga data però la possibilità di riaverla indietro, in quanto nel Bel Paese il vuoto a rendere sembra non essere una opzione preferita.

Di passaggio in Baviera (Germania), il Presidente di Fare Verde, Francesco Greco, ha effettuato prove tecniche di vuoto a rendere: per una bottiglia di vetro inserita nei famosi contenitori presenti nei luoghi pubblici tedeschi, gli sono stati restituiti 8 centesimi.

La strada intrapresa dalle istituzioni nostrane sembra aver imboccato una direzione opposta in questo senso: il Governo centrale è orientato all’installazione di 12 nuovi inceneritori su tutta la penisola (di cui 1 in Abruzzo), mentre la raccolta differenziata stenta a decollare e le trivellazioni di Ombrina Mare nell’Adriatico trovano un consenso sempre maggiore. Diversi comitati di cittadini, tra cui molti che hanno già battagliato col coltello tra i denti per evitare la nascita della Power Crop, si stanno organizzando per monitorare la situazione e valutare eventuali azioni da intraprendere, ma l’Italia ha un forte bisogno di partecipazione attiva, di interesse verso la cosa pubblica ed ,oggi più che mai, di “vuoto a rendere”.

D.D.N.

 

 

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