A FURCI, DISCARICA PRIVATA ESENTATA DA VIA

“Una discarica privata che verrà realizzata nel Medio Vastese la cui progettazione sarà esentata dalla Valutazione di impatto ambientale. Le osservazioni messe nero su bianco dall’amministrazione comunale di competenza che non sono state affatto prese in considerazione. Una porzione di territorio sempre più ampia che oramai non può non essere definita ‘pattumiera d’Abruzzo’. Interessi privati che, nuovamente, hanno la precedenza rispetto al benessere della collettività”.

Leandro Bracco conferma la propria sensibilità riguardo tematiche attinenti all’ambiente e questa volta concentra la propria attenzione su un territorio che si trova in provincia di Chieti e, nello specifico, che concerne il Comune di Furci. “Il 4 dicembre scorso, tramite il Giudizio 2986 – spiega l’esponente di Sinistra Italiana – il CCR VIA della Regione Abruzzo (Comitato di Coordinamento regionale per la Valutazione d’impatto ambientale) ha espresso parere ‘favorevole all’esclusione dalla procedura VIA’ riguardo il progetto di realizzazione di una discarica privata di rifiuti non pericolosi nel Comune chietino di Furci. Di fatto è stato dato il via libera alla variante relativa a un progetto nell’ambito del quale lo stesso Comitato aveva già espresso parere favorevole (Giudizio 2041 del 10 luglio 2012). Un giudizio dunque vergato ben sei anni fa”. “Il nuovo progetto – prosegue Bracco – non prevede più il trattamento di rifiuti pericolosi potenzialmente smaltibili in discarica e di conseguenza, a leggere alcune dichiarazioni, questa circostanza sembra quasi essere una buona notizia. Il punto è invece un altro: si autorizza una nuova discarica di potenzialità pari a 150mila metri cubi. Tutto questo su un territorio già profondamente segnato dalla presenza di altri impianti (di dimensioni tutt’altro che irrilevanti) di trattamento dei rifiuti. In uno dei sei Comuni confinanti con Furci ossia Cupello è infatti presente il Polo tecnologico del Consorzio intercomunale che gestisce un impianto di compostaggio e riciclaggio dove è già prevista la realizzazione di una terza vasca adibita a rifiuti non pericolosi da 480mila metri cubi. Non si può quindi che rimanere impressionati e basiti dalla quantità di rifiuti che finiranno per concentrarsi in quella zona del Chietino“. “Va inoltre rilevato – sottolinea il Consigliere Segretario – che la recente decisione adottata ha, di fatto, completamente ignorato le critiche e le argomentazioni sollevate dal Comune di Furci il quale ha palesato la propria netta contrarietà alla realizzazione dell’impianto nell’ambito della procedura autorizzativa che va avanti da ben 13 anni. Tra gli aspetti neppure presi in considerazione va evidenziata la questione dell’effetto cumulo fra gli impianti già presenti nella zona. Effetti che non riguardano soltanto le emissioni in atmosfera ma anche gli impatti su tutte le altre matrici ambientali, prima fra tutte l’acqua”. “Rilevantissima inoltre – rimarca Bracco – è stata da sempre la preoccupazione della comunità furcese per le falde. In particolare il Comune ha fatto notare come ‘i dati forniti relativamente alla presenza di acqua sotterranea indicano venature idriche sotterranee anche molto abbondanti’; in aggiunta i documenti non consentono di definire ‘in maniera inconfutabile lo schema di circolazione idrico sotterraneo’. Viene inoltre palesata la mancata produzione dello ‘studio sulla vulnerabilità delle acque superficiali e sotterranee'”. Nonostante questi rilievi – asserisce Bracco – la Regione non ha inteso assumere neppure una posizione di prudenza evitando di esporre un bene preziosissimo come l’acqua a rischi così gravi. E non può affatto risultare sufficiente la prescrizione contenuta nel Giudizio del CCR VIA relativo al monitoraggio della falda. Anzi proprio questa prescrizione dimostra come l’amministrazione di Furci avesse colto nel segno. Ciononostante – conclude Leandro Bracco – si sono ritenuti meritori di precedenza gli interessi di un privato rispetto ai beni comuni di intere comunità”. 

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