A LORETO APRUTINO OGGI LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO SUI RAPPORTI TRA D’ANNUNZIO E MUSSOLINI

“Giacomo Acerbo e i suoi rapporti con d’Annunzio e Mussolini”: a Loreto Aprutino la presentazione del libro dello studioso dannunziano Franco Di Tizio
Con interventi di Marzio Maria Cimini e conclusioni di Luciano D’Alfonso

 

Loreto Aprutino (PE). Domenica 29 ottobre alle ore 17 si terrà, nella splendida cornice di Castello Chiola – Sala Cascella, via Aquino 12 – la presentazione del libro “Giacomo Acerbo e i suoi rapporti con d’Annunzio e Mussolini” dello studioso dannunziano Franco Di Tizio.

Ai saluti di Gabriele Starinieri, Sindaco di Loreto Aprutino, e di Vincenzo de Pompeis, Presidente della Fondazione dei Musei Civici di Loreto Aprutino, faranno seguito gli interventi di Marzio Maria Cimini e Franco Di Tizio, con letture curate dall’attrice Franca Minnucci. In chiusura , le conclusioni di Luciano D’Alfonso, Presidente della Regione Abruzzo.

Franco Di Tizio, nel volume recentemente pubblicato da Ianieri Edizioni, ha ricostruito attentamente, tassello dopo tassello, con la sua consueta metodica di ricerca, tutta la vita di Giacomo Acerbo, cui la cittadina di Loreto Aprutino dette i natali, basandosi soprattutto sui documenti – lettere, articoli di stampa, decreti, volumi di storia e via dicendo – e illustrando il racconto con un ampio corredo fotografico.

La biografia tracciata dallo studioso percorre una vita segnata da un solco profondo che la divise in due fasi nettamente contrastanti: un primo, fausto momento di ascesa al potere e un secondo sovrastato dal rischio tremendo di una morte cruenta, e ciò all’indomani del fatidico 25 luglio 1943, quando Acerbo espresse un voto sfavorevole a Mussolini.

Acerbo conservò, anche quando ascese al governo, la sua propensione ad agevolare la vita dei reduci, degli indigenti, degli umili, e questi, in un certo senso, lo contraccambiarono salvandolo dalla fucilazione dei nazifascisti quando egli si rifugiò latitante nelle campagne d’Abruzzo. Il dato saliente di questa vita agitata, un dato comune ad ogni suo tratto, è lo studio, rivolto specialmente al mondo agricolo, che Acerbo tradusse in molte pubblicazioni: caso più unico che raro tra i gerarchi fascisti.

Nella seconda parte del libro, Di Tizio punta l’obiettivo sui rapporti tra i due protagonisti abruzzesi del primo Novecento, d’Annunzio e Acerbo, offrendo così un interessante sondaggio di un periodo tra i più convulsi della storia d’Italia mediante la biografia di un personaggio dalla mutevole sorte.

Franco Di Tizio, nato il 14 ottobre 1948 a Francavilla al Mare, è medico umanista. Ha esordito in campo letterario, a vent’anni, pubblicando una raccolta di poesie, “Aliquando permutabo” (Solfanelli, 1968). Studioso del Cenacolo michettiano e, principalmente, biografo dannunziano, ha dato alle stampe venti opere sul Vate.

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