ADDIO AL MAESTRO GAETANO PALLOZZI IL RICORDO DEL PRESIDENTE DEL CIRCOLO ARTE E CULTURA “IL QUADRIVIO”, RAFFAELE GIANNANTONIO

L’artista e fondatore del Circolo di arte e cultura “Il Quadrivio” di Sulmona, Gaetano Pallozzi, si è spento questa mattina all’età di 95 anni. La notizia si è subito diffusa non solo a Sulmona, sua città natale, ma in tutta Italia e all’estero, suscitando la commozione e il cordoglio di artisti, amici, concittadini, giornalisti ed esponenti del mondo politico.

Il Presidente del Circolo di arte cultura “Il Quadrivio”, Raffaele Giannantonio, che da alcuni anni è alla guida del sodalizio fondato 47 anni fa da Gaetano Pallozzi e Olindo Pelino, ha ricordato a nome di tutta l’associazione la figura di Gaetano Pallozzi. Al cordoglio si unisce anche il presidente di giuria del Premio Sulmona di giornalismo, Paolo Corsini.

“Te ne sei andato alla fine, Piccolo Grande Uomo. Pensavamo restassi con noi per sempre, dopo quasi cento anni passati a Sulmona, la tua città che hai conosciuto in tutti i suoi pregi e i suoi difetti”, scrive il Presidente del Circolo di arte e cultura “Il Quadrivio”, Raffaele Giannantonio, “Sei stato un grande artista, un grande organizzatore, un grande marito e un grande padre: questo lo hanno già scritto molte persone molto più importanti di me in queste ore e io non voglio ripeterne le belle parole. Io voglio solo ringraziarti a nome mio e di tutta la città, per tre motivi: innanzitutto per aver creato un Premio che con gli anni è diventato sempre più grande e di statura internazionale. Inoltre crescendo il Premio cresceva la Pinacoteca Comunale, che era una tua esclusiva invenzione. Poi per aver saputo resistere per più di quaranta anni alle tempeste e alle bonacce, alle critiche e ed ai finti elogi, che sono stati ancora peggiori. Soprattutto alla mancanza di quei fondi pubblici che tu facevi reclamare ad ogni presentazione del Premio, la cui vita era fragile, quasi un’eterna scommessa. Più di quarant’anni a veleggiare fra i marosi di una città splendida e ingrata che ora ti piange, a ragione. Per ultimo – e qui sta la tua grandezza – quando hai capito che il tempo era passato anche per te, hai deciso di cedere il timone che mi hai affidato contro qualche coetaneo che certamente non aveva la tua lungimiranza. Non volendo fare come Arpagone, che trapassò ingurgitando il suo tesoro, tu hai scelto quella transizione morbida e rispettosa che ha consentito al “tuo” Premio di sopravvivere per sempre. E in cambio il Premio ha preso il tuo nome consentendoti di goderti questa eredità in vita (rarissimo caso come ha sottolineato il tuo fedele amico Vittorio Sgarbi) ed ora, purtroppo, anche nell’aldilà. Per questo grazie tre volte, Piccolo Grande Gaetano: tre volte e tremila, per aver saputo interpretare il tempo senza pretendere di combatterlo. Cosa che a noi umani non è data e che tu, con la tua simpatica furbizia, hai evitato di fare, guadagnandoti così l’eternità.

Ciao Gaetano, continua a dipingere per tutti noi nella tua stanzetta presso il Paradiso degli Artisti, dove certamente sarai”.

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