Adozioni, “La scuola è il luogo in cui si realizza il mondo relazionale del bambino”

“La Scuola è il luogo per eccellenza in cui si realizza il mondo relazionale del bambino e dell’adolescente, relazioni che si fanno ancora più elaborate dinanzi ai minori adottati. In questi casi la scuola diventa il braccio operativo che, collaborando con le famiglie, deve accogliere il minore, valorizzandone la storia e le potenzialità. Scuola e minore adottato si ‘accolgono reciprocamente’ e solo da questo pieno riconoscimento reciproco piò nascere il successo formativo. Ai docenti vanno però forniti gli strumenti più opportuni, conoscitivi e didattici, per affrontare e gestire tale processo”. Lo ha detto la dirigente dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ di Pescara, Alessandra Di Pietro, che ha coordinato e moderato i lavori del Convegno regionale – Piano di formazione, promosso dall’Ufficio Scolastico Regione Abruzzo con l’apporto scientifico dell’Ispettrice Antonella Mancaniello e dall’Ufficio Scolastico Provincia di Pescara, sul tema ‘L’Adozione reciproca – Cantieri di diffusione delle linee guida per l’accoglienza degli alunni adottati e per una didattica inclusiva’. Presente per i saluti istituzionali, il sindaco di Pescara Marco Alessandrini e soprattutto una vasta platea composta da docenti di scuole di ogni ordine e grado provenienti da tutto l’Abruzzo e da rappresentanti delle associazioni familiari.

“La realtà dell’adozione è consolidata nella nostra società e quindi la presenza di minori adottati nelle scuole è ormai un dato quantitativamente rilevante – ha detto la dirigente Alessandra Di Pietro, introducendo i lavori -. Di qui la necessità che la scuola sia preparata all’accoglienza di minori adottati in Italia e all’estero e si doti di strumenti utili non solo sotto l’aspetto organizzativo ma anche dal punto di vista didattico e relazionale. Queste prassi e questi strumenti devono essere garantiti anche nelle fasi successive all’inserimento scolastico e durante tutto il percorso di formazione. Il nostro compito e il nostro obiettivo è costruire per i minori adottati un ambiente formativo accogliente e in grado di valorizzare la loro storia e le loro potenzialità”.

“Per garantire realmente il diritto allo studio degli alunni adottati – ha detto l’Ispettrice Antonella Mancaniello, Dirigente tecnico dell’Ufficio Scolastico regionale Abruzzo Area Inclusione – è fondamentale attivare interventi di formazione ampi e capillari rivolti ai docenti, in sinergia con le associazioni familiari, i servizi socio-sanitari e quanti si occupano di adozione nel territorio. La multidimensionalità della condizione adottiva richiede infatti che l’inserimento del minore adottato sia accompagnato e sostenuto dal lavoro coordinato di numerosi soggetti. In questa prima fase destinatari della formazione sono i docenti referenti di ogni Istituto scolastico della Regione, chiamati a svolgere la delicata funzione di raccordo tra i diversi soggetti che seguono il minore nella post-adozione e di supporto ai docenti nelle classi”.

“L’adozione – ha spiegato Michele Augurio, Giudice Onorario del Tribunale per i Minorenni di Milano – non va considerata come una compensazione di una mancanza, ma una vera e propria genitorialità che va vissuta come quella naturale, al fine di evitare che l’adozione venga percepita unicamente come un modo per sottrarre un bambino da una situazione difficile. Bisogna evitare etichette, facendo distinzioni, anche linguistiche, tra bambino adottato e non. Il genitore adottivo non è un soccorritore, ma è un soggetto ‘adottabile’ lui stesso, soccorso lui stesso, e da qui nasce l’espressione ‘adozione reciproca’. La figura femminile paga una forte contrapposizione: è percepita negativamente in quanto abbandonante e non un baluardo di sicurezza, per cui la nuova figura femminile deve recuperare l’immagine di fiducia e protezione che le è propria. Quanto alla  scuola, l’inserimento dev’essere fatto con cautela, il primo anno andrebbe vissuto in famiglia, e meno nelle strutture scolastiche e sportive per privilegiare il recupero dell’affettività rispetto alla socializzazione, che di certo non manca negli orfanotrofi. Infine, no alle feste per bambini adottati, sì alla festa dei colori, la famiglia dev’essere aperta e va supportata sin dall’inizio quando decide di accogliere un bambino”.

“In questo convegno introduttivo al corso di formazione ha aggiunto Margherita Trua, docente utilizzata dall’Ambito Territoriale di Pescara  – vogliamo tracciare quindi il quadro normativo e teorico di riferimento, a partire dall’analisi delle Linee di Indirizzo per l’inclusione dei minori adottati nel sistema scolastico, ma ci occupiamo anche di Carta dei Minori, di funzioni e competenze del Tribunale Minorile in tema di adozioni e affido, del contributo delle équipe territoriali integrate, degli aspetti comunicazionali e di rapporto con le famiglie. Il progetto di formazione proseguirà ora attraverso una serie di iniziative laboratoriali ed esperienziali rivolte ai docenti, con un percorso che si snoderà nei prossimi mesi”.

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