Approvato DDL Antimafia: lotta anche al lavoro nero nei campi

Con 281 SI e 66 NO la camera ha approvato in prima lettura il disegno di legge contenente modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. Il DDL prevede, tra l’altro, agli articoli 24 e 25, la confisca penale “obbligatoria e allargata” per il “reato di caporalato” e la responsabilità oggettiva per le aziende che sfruttano i lavoratori nei campi e si avvalgono dell’intermediazione dei caporali. il provvedimento passa ora all’esame in seconda lettura dell’altro ramo del parlamento. <<L’approvazione alla camera delle modifiche al codice antimafia è un segnale importante, un obiettivo raggiunto sui cui siamo impegnati da anni”  afferma la FLAI-CGIL, evidenziando che “il testo riprende i dieci articoli proposti con la legge d’iniziativa popolare IO RIATTIVO IL LAVORO, che vede la CGIL capofila di un largo schieramento di organizzazioni sociali ed associative, un testo sottoscritto da 120.000 cittadini ed un confronto di due anni nelle diverse commissioni parlamentari. Si tratta di un testo elaborato da operatori quotidianamente in prima linea nel contrasto alle mafie e che da tempo chiedevano l’approvazione dei contenuti approvati nel disegno di legge” prosegue la FLAI, spiegando di pensare “alla creazione di un fondo di rotazione per garantire, con l’arrivo dello stato, continuità produttiva, emersione dall’illegalità e tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate. Oggi circa il 90% di queste aziende sono destinate al fallimento ed i lavoratori al licenziamento, strumenti come quelli approvati alla camera servono proprio per dare un segnale opposto: laddove si afferma la giustizia c’è lavoro pulito, politiche sociali nuova e buona occupazione – continua il sindacato – nel solco della legge rognoni-pio la torre, il testo approvato rafforza gli strumenti per combattere le mafie sul terreno economico e sociale, oltre che giudiziario e repressivo evidenziando che di notevole rilevanza anche i due emendamenti che prevedono il sequestro e la confisca per il reato di caporalato, e l’introduzione del principio di responsabilità solidale per le aziende che se ne avvalgono>>.

 

Fonte. AGRAPRESS

Redazione IlFaro24.it

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