AVEZZANO. EMERGENZA CORONAVIRUS, INTERVENIRE PER GARANTIRE AI MALATI CON ALTRE PATOLOGIE LE CURE DI CUI NECESSITANO

L’emergenza coronavirus, i disagi che si stanno registrando nelle strutture ospedaliere, nella marsica così come nel resto d’Italia, stanno creando non pochi problemi ai malati che hanno altre ed importanti patologie per le quali necessitano di cure continue.
E’ il caso di Giammarco De Vincentis, malato oncologico che da tempo denuncia la situazione con la quale lui e molti altri con le stesse problematiche stanno combattendo. Pazienti che non dimenticano mai di ricordare l’impegno e la professionalità di medici e personale sanitario che non si risparmiano nonostante la pandemia.
“Buongiorno anche se sarà una giornata difficile per molti”, Ha scritto De Vincentis. Io come succede da tre anni mi ritrovo qui, ogni 15 giorni per sottopormi a immunoterapia oncologica.
Mi trovo nel reparto di oncologia dell’ospedale di Avezzano, dove sono in cura per problemi oncologici e cardiologici.
Mi sono sempre trovato bene, con i medici e gli infermieri, persone straordinarie.
Mi sento come a casa mia, in una grande famiglia.
Purtroppo però da quando il covid 19 ha preso in mano il futuro di ognuno di noi, la struttura non è in grado di gestire la pandemia.
È un po’ il problema di tutti gli ospedali di Italia, ma Avezzano purtroppo è uno dei casi più eclatanti.
Esiste un unico accesso dove è impossibile dividere l’ingresso di malati di covid e di altre patologie importanti.
Ogni volta che vengo qui sembra che stia attraversando un campo minato, per arrivare al reparto di oncologia.
Il personale medico, gli infermieri e chi frequenta l’ospedale sono a grave pericolo di contagio. Oggi su tv2000 è stato detto in un servizio del tg che l’ospedale è il punto più a rischio contagio della marsica, il focolaio.
In realtà molti tra medici e infermieri hanno preso il contagio del coronavirus.
Ci sentiamo abbandonati dai responsabili della Asl e dal governo regionale, perché il problema sussiste solo ad Avezzano.
A Pescara subito dopo la prima fase del contagio in tre mesi è stata costruita una nuova struttura di circa 300 posti di terapia intensiva, per pazienti covid, mentre di noi si sono dimenticati.
Sono consapevole del rischio che corro, per me potrebbe essere fatale se fossi contagiato, ho tutti i requisiti per non potermi difendere con il mio sistema immunitario.
L’alternativa sarebbe sospendere le terapie, ma svanirebbero tutti i sacrifici che abbiamo fatto fino ad adesso.
Sono consapevole che non ho un lungo futuro davanti a me, ma che se prendessi il covid sarebbe ancora peggio.
Mi sento dentro tra due fuochi, come in guerra.
Mi dispiace vedere medici e infermieri che si fanno in quattro per salvaguardare la nostra vita, loro rischiano tutti i giorni, con turni sttessanti.
Ho cercato di lanciare messaggi per spiegare le nostre problematiche tramite il web.
Sicuramente avranno letto coloro che dirigono la sanità abruzzese.
Spero solo che facciano qualcosa, ma in tempi rapidi e che la politica si metta da parte.
In questi giorni stanno montando dei capannoni di emergenza, ma siamo a 700 metri slm e tra non molto arriverà la neve.
Metto tutto nelle mani di Dio e prego per tutti, con l’augurio che venga la fine di questa pandemia prima possibile e resterebbe solo un brutto ricordo per tutti.
Un caro saluto a tutti”.

Giammarco De Vincentis

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