AVEZZANO. Mirko Marchione: si alla buona politica, no agli insulti e alle critiche. Occorre rispetto reciproco ed incondizionato dell’avversario

 

“Non appartengo a quella categoria di persone che si lamenta in continuazione, anche sui social, ho sempre preferito rimboccarmi le maniche e mettermi al lavoro. Da tempo abbiamo dimenticato la comunicazione tra cittadini, il parlarsi, quel naturale scambio di idee e di proposte utili alla crescita di qualsiasi sistema sociale” a parlare è Mirko Marchione, giovane imprenditore nel settore automotive candidato nella lista Avezzano Giovane. “Perché con Giovanni Di Pangrazio, è semplice: è una persona estremamente pratica che, come me, ama il fare piuttosto che la critica. Chi vive Avezzano non può negare quanto sia stato fatto in soli 5 anni dopo un immobilismo durato decenni. Amo questa città, la vivo oramai da 20 anni, e la vedo come uno scrigno di gioielli storici e radici culturali che, inevitabilmente, ci portano indietro nel tempo e che vanno tutelati. Non sono un politico, ma un cittadino comune che negli anni ha acquisito un bagaglio di esperienze importanti che desidero mettere a disposizione della comunità. E’ mia personale convinzione che i problemi della città, vadano individuati, esaminati e quindi affrontati, per poter trovare opportune soluzioni.

“Nel programma della nostra lista (Avezzano Giovane)”,continua Marchione, “intendiamo portare avanti come obiettivo primario l’istituzione della consulta giovanile. Una vera e propria palestra di idee dei giovani e per i giovani. Se finora ci siamo lamentati della cecità degli amministratori nei confronti dei giovani, ora non possiamo peccare di immobilismo e commettere lo stesso errore. Questa è un’occasione da cogliere che potrebbe rivelarsi decisiva per l’affermazione di quell’agognato dinamismo ludico-culturale, qualcosa che ha tutti i presupposti per diventare importante. Ma dipende tutto da noi!

“Molti dicono che la politica è una cosa sporca o per pochi: occuparsi della “cosa pubblica” è invece uno dei compiti più alti che si possano immaginare. Il problema è che questo ruolo è stato infangato, offeso da chi, facendo credere che si occupava del bene comune, si è invece concentrato sui propri interessi. Per questo credo che la politica debba rinnovarsi profondamente  con il contributo di tutti coloro che non vogliono lasciare il campo libero alla rabbia, alle delusioni, al populismo e al disimpegno. C’è davvero bisogno di una politica che torni a parlare al cuore e alla mente della gente di valori come la cultura, la solidarietà, la partecipazione, i diritti, il lavoro. Mi piacerebbe che le persone, e soprattutto i ragazzi, partecipassero alle sedute del consiglio comunale per rendersi conto del totale disinteresse e della scarsa partecipazione di alcuni consiglieri dei quali non conosco nemmeno la voce, dato che, le volte in cui sono stato presente, non sono mai intervenuti. Al contrario la politica si dovrebbe fare in comune e non attraverso comunicati stampa, interviste alla tv, inutili pettegolezzi davanti ai bar o per le vie del Paese. Non possiamo limitarci a criticare tutto e tutti. Non aspettiamo che siano gli altri a fare politica al posto nostro. Non chiediamoci solo cosa fa la società per noi, ma anche cosa facciamo noi per la nostra società”.

“Sono deluso”, conclude, “dal livello di questa campagna elettorale, decisamente basso. Se da un lato c’è chi mostra le cose fatte e quelle che ha intenzione di fare, dall’altro sento solo critiche, insulti e fumo negli occhi degli elettori. Non possiamo litigare, sparlare, insultare, demonizzare l’avversario, perdendo di vista gli obiettivi. L’invito che rivolgo a tutti i candidati è il RISPETTO RECIPROCO ED INCONDIZIONATO.  Risolviamo innanzitutto i problemi della città, poi potremo dedicarci al tifo per la nostra squadra preferita (partito o schieramento)”.

 

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