AVEZZANO. PORTE SBARRATE ALL’UTIC, DI BERARDINO A ROMANO: PERCHÉ?

           A tre mesi dalla fine dei lavori, il vice sindaco chiede lumi al Manager

  Tre mesi non bastano alla Asl 1 per riaprire l’Utic, dove i lavori di riqualificazione sono finiti da agosto, ma le porte dell’importante unità cardiologica salvavita dell’ospedale di Avezzano e della Marsica restano ancora, inspiegabilmente, sbarrate: il vice sindaco, Domenico Di Berardino, allertato da  alcuni cittadini sulla mancata riattivazione del servizio, vuole veder chiaro sulla questione. E chiede lumi al manager, Ferdinando Romano che, dal momento della nomina, ancora non ha varcato il portone di Palazzo di città per un confronto con l’amministrazione sui molteplici problemi che attanagliano la sanità.

     “Le voci che arrivano dall’ospedale rispetto a una serie di questioni rimaste appese, come la mancata riapertura dell’Utic perché mancherebbero i letti e gli arredi”, afferma Di Berardino, “nonostante i lavori siano finiti da tre mesi, sembrano surreali. Visto che stiamo parlando dell’unità di terapia intensiva cardiologica, dove la velocità di intervento è fondamentale per salvare vite umane, mi sembra assurdo che la Asl lo tenga chiuso per risparmiare qualche decina di migliaia di euro. Ritengo, quindi, urgente e indifferibile, visto che qui si parla di strumenti salvavita, un confronto immediato con il manager della Asl per fare chiarezza sulla situazione. E qualora la mancata riapertura sia veramente legata a un problema di budget, lo invito sin da ora a cambiare rotta e autorizzare l’acquisto dei letti e degli arredi. Sulla salute non si scherza: se si deve risparmiare il direttore generale scelga altri capitoli del bilancio, non quello dell’emergenza”.

    Al momento, infatti, secondo le informazioni ricevute, i pazienti destinati all’unità di terapia intensiva cardiologica (sei posti) sono appoggiati nel reparto di cardiologia, quindi in una situazione di minor sicurezza in caso di emergenza: il tutto per risparmiare una manciata di euro. In alcuni reparti ci sarebbe anche una carenza di farmaci e reagenti che stanno generando preoccupazioni tra il personale. “Il comune di Avezzano”, conclude Di Berardino, “è stato sin dal primo momento in trincea per salvaguardare la salute dei cittadini, anche sostituendosi alla Asl e alla Regione per l’apertura del centro vaccini, prima alla palestra della Vivenza e ora all’ex scuola di via Fucino, merita rispetto e attenzione: se non l’avrà ci vedremo costretti a cambiare rotta”.

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