AVIS, DI CICCO: DONAZIONE DEL SANGUE, STRUMENTO DI INTEGRAZIONE TRA I POPOLI

Simone Di Cicco, associato A.V.I.S. (Associazione Italiana Volontari del Sangue) da circa dieci anni, è presidente della sezione di San Pelino dal luglio 2015. A febbraio 2017 è diventato il più giovane presidente della comunale di Avezzano. Da sempre impegnato nel  sociale e nella comunità, è particolarmente attivo nella promozione di iniziative benefiche e culturali e porta avanti, con abnegazione e senso di appartenenza, il suo ruolo nell’associazione che promuove la donazione del sangue.

 

Simone Di Cicco, lei è presidente dell’Avis Comunale di Avezzano e dell’Avis di Base di San Pelino. Il 2017 si è appena concluso, avete già tirato le somme? Che annata è stata in termini numerici ed in quelli di sensibilizzazione al gesto della donazione?

Se analizziamo i risultati del 2017, alla luce delle diverse prospettive, è stato un anno più che soddisfacente. Abbiamo incrementato, seppur di poche unità, il numero delle donazioni del 2016, che è stato un anno da record. Questo, ovviamente, se si guarda la solo A.V.I.S. comunale di Avezzano. E in questo senso specifico, va dato merito a tutto il direttivo, ai ragazzi del servizio civilie, Alessandra Ranieri e Giuseppe Pulsoni, ma soprattutto ad Angela Del Bove Orlandi, che molto si è spesa in questa battaglia. A livello di centro trasfusionale di Avezzano abbiamo avuto una riduzione, seppur contenuta, delle donazioni, mentre a livello regionale la perdita è stata ingente e preoccupante. La donazione deve essere vista non come una soluzione a quelli che sono i problemi locali di carenza, ma anche a quelli che sono i problemi regionali e trans regionali. Entriamo in un’ottica: la donazione è un dovere morale verso chi sta male e un dovere sociale nei confronti di una società che ha sempre più bisogno dell’ apporto dei cittadini.

 

Parlando sempre di donazioni, quali sono gli obiettivi che vi siete posti per l’anno 2018?

L’ obiettivo, per il 2018, è quello della crescita. Tanto nel numero delle sacche di sangue e plasma raccolte, quanto nell’infondere la consapevolezza che donare fa bene, prima di tutto a chi compie il gesto, perché permette di tenere costantemente monitorato il proprio stato di salute, e poi a chi riceve. Donatori infatti che vanno più volte l’anno a fare il proprio dovere, sono consapevoli di essere utili a stessi, a chi soffre e alla società. Poi, altro aspetto che vorrei portare avanti è quello della tutela, insieme a tutti i presidenti delle altre A.V.I.S. comunali e al presidente provinciale, del centro trasfusionale di Avezzano. Un’eccellenza sul nostro territorio che deve essere opportunamente valorizzata.

 

Avete già progettato iniziative da porre in essere per quest’anno?

Sicuramente! Ne abbiamo due di ampio respiro: la notte rossa che, nella giornata mondiale del donatore, il 14 giugno, ci vedrà impegnati con Avis comunale di Scurcola e Collarmele, e con Avis provinciale di L’Aquila nell’ organizzazione di un grandissimo evento nel centro di Avezzano e che avrà lo scopo principale di coinvolgere i giovani al gesto della donazione, Un evento, mi preme di dire, che non ha mai avuto eguali a livello regionale e nazionale. Contiamo di raccogliere, in un ottimo mix, tanto le grandi personalità culturali della Marsica, quanto gli esponenti giovanili. Altro grande progetto è quello dello sviluppo dell’alternanza scuola-lavoro. Un mezzo con il quale entrare nelle scuole e far conoscere ai giovani il mondo A.V.I.S.. Poi porteremo avanti tutti quei progetti che abbiamo già sviluppato con successo nel 2017. Un Anno denso. E, infine, ci prepariamo al sessantesimo anniversario di Avis Avezzano nel 2019.

 

L’Avis di Base da lei presieduta, quella di San Pelino, ha spento le 10 candeline… auguri!

Grazie! Dieci anni di grandi soddisfazioni. La sezione di San Pelino ha effettuato centinaia di donazioni e apportato tanto alla società. Se penso che siamo partiti dalle 26 donazioni del 2008, fino ad arrivare all’anno record 2012, con 112 donazioni, non si può non essere soddisfatti. Un’ idea positiva, nata dalla mente di Enrica De Tiberiis e Annamaria D’Agostino e che, fin da subito, ha visto la partecipazione di una forte componente giovanile. E permettetemi, in questo frangente, di ricordare una persona che tanto bene ha fatto per questa associazione: Antonio Fracassi, grande donatore il quale, con molta dedizione, si è impegnato nella missione donazionale e che troppo presto ci ha lasciati. A breve speriamo di concludere la procedura di intitolazione della sede alla sua memoria.

 

Secondo le ultime stime, sono sempre meno i giovani che si recano presso i centri trasfusionali. Considerando che la popolazione italiana è sempre più vecchia, questo potrebbe comportare un grave problema. Come si può ovviare a tutto questo?

Non a caso le nostre iniziative sono principalmente rivolte ai giovani. I ragazzi che vengono a donare, lo fanno poi successivamente, con maggiore frequenza rispetto a chi ha più anni. E’ vero che è invecchiata la popolazione, ma sono anche cambiati gli stili di vita. Troppo spesso, infatti, l’ abuso di alcol e soprattutto di sostanze stupefacenti pesanti, ha portato ad allontanare molte persone. Ma sarebbe riduttivo parlarne solo in questi termini. E’ anche vero che la forte precarietà dei giovani li porta, spesso e volentieri, ad allontanarsi da casa o a non avere tempo per andare a donare. Con le nuove procedure che, indubbiamente, hanno migliorato la tracciabilità del  sangue e tutelato al meglio la salute di donatori e riceventi, sono aumentate anche le difficoltà per il primo prelievo. Dobbiamo recuperare le nuove generazioni, come, d’altronde, dobbiamo avvicinare chi viene in Italia dall’estero. La donazione può essere, in questo senso, un grande strumento di integrazione tra i popoli. La donazione è mezzo di partecipazione attiva nella società e dobbiamo fare in modo che questa cosa venga chiaramente capita.

 

 

a cura di Domenico Di Natale

 

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