BRACCO: “Un amplissimo tratto marino in ostaggio dal 2005”

 

 

(ACRA) – “Un tratto di mare della costa abruzzese che dal 2005 è ostaggio di una compagnia privata. Tredici anni durante i quali una superficie superiore a quella dei territori dei Comuni di Chieti, Pescara e Montesilvano messi insieme che risulta essere a rischio perforazione al fine di ricercare idrocarburi. Poco meno di 127 chilometri quadrati il cui destino è in mano a una società petrolifera”. E’ questo il cardine del comunicato stampa diramato dal Consigliere regionale Leandro Bracco nel quale l’esponente di Sinistra Italiana spiega una questione complessa che da oltre un decennio preoccupa fortemente soprattutto le comunità francavillese e ortonese. “In una delle porzioni di mare più incantevoli d’Abruzzo e prospiciente i Comuni di Francavilla al Mare e Ortona – spiega Bracco – è previsto un imponente progetto il cui scopo è la ricerca di idrocarburi. L’istanza, presentata il 30 luglio 2014, prevede la perforazione del pozzo esplorativo ‘Elsa 2’ nell’ambito del Permesso di Ricerca B.R268.RG. L’area interessata si estende per 126,68 chilometri quadrati e il proponente del progetto medesimo è la società Petroceltic Italia”. “Va detto – prosegue il Consigliere – che il via libera all’iniziativa industriale è stato concesso il 24 marzo 2005 ovvero tredici anni fa. Ora, nonostante la legislazione in materia preveda tempi specifici per la durata delle autorizzazioni, nel caso di ‘Elsa’ tali limiti non sono mai stati applicati. Per ben sei volte infatti il permesso ha ottenuto la sospensione temporale”. “Come si legge dal sito del Ministero dello Svilippo economico – specifica Bracco – il permesso stesso è rimasto sospeso per un totale di 7 anni e 9 mesi e dunque, di fatto, non è mai scaduto. Con il risultato che un tratto di mare amplissimo e tra i più rinomati della costa abruzzese risulta essere ostaggio, da quasi un quindicennio, di una compagnia privata”. “Come se questa circostanza non fosse già di per sé estremamente preoccupante – rileva l’esponente SI – il 15 febbraio scorso è stata presentata l’ennesima istanza di sospensione e dunque il tutto non può che essere definito di notevolissima gravità. A questo va aggiunto che il progetto implicherebbe la perforazione di un pozzo esplorativo ad appena 3,5 miglia dalla costa ossia a neppure 6 chilometri e mezzo di distanza rispetto alla battigia”. “Sul punto va ricordato – sottolinea Bracco – che l’articolo 1 comma 239 della legge di Stabilità 2016 ha modificato l’articolo 6 del decreto legislativo 152/06 e conseguentemente introdotto il divieto di svolgere attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi all’interno della fascia delle 12 miglia nautiche. ‘Elsa 2’ è dunque un progetto industriale non autorizzabile. La Regione Abruzzo ha il dovere di chiedere immediatamente l’archiviazione dell’iniziativa e – conclude Leandro Bracco – avviare la procedura finalizzata a ottenere la decadenza del permesso di ricerca”. (com/red)

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