CELANO. LUTTO PER LA SCOMPARSA A 91 ANNI DI SUOR ARMANDA, IL RICORDO DELLA PRONIPOTE MARIA CRISTINA DOLCE

Suor Armanda, il cui nome di battesimo era Clotilde, nasce nella cittadina di Celano il 22 Aprile del 1930. È sempre stata una persona altruista, legata alle sue origini e con una forte vocazione. Vocazione: letteralmente significa chiamata, invito. Clotilde era stata chiamata dal Signore alla giovanissima età di diciotto anni per servirlo con tutta la sua anima. Lavorò come infermiera prima al Santo Spirito, poi al San Camillo a Roma. Passò tutta la sua vita ad assistere malati e prendersi cura di loro, adempiendo così alle Leggi di Dio. A sessant’otto anni suor Armanda si ritirò nell’istituto Suore della Carità a Palestina, dove rimase fino alla fine dei suoi giorni. Ma il suo cuore non si era mai sradicato da Celano, il paese nativo che amava con tutta se stessa. Lo amava perché sapeva che lì, ad aspettarla, c’era la sua famiglia. Amava passare le giornate fuori all’orto, cullata dal vento, in compagnia della natura. Amava incontrare le sue amiche d’infanzia per fare colazione insieme al bar in piazza. Amava stare tra la gente ed essere d’aiuto ai suoi compaesani: ogni volta, infatti, che in ospedale sapeva che c’era qualche persona proveniente da Celano, non esitava ad andarla a trovare e offrirgli il suo aiuto. Ma amava soprattutto darsi da fare: per questo  veniva chiamata dai Celanesi “schiuma del vento”. Suor Armanda era molto attiva, non restava mai in un angolo a guardare, ma sempre al centro della scena con la mano tesa per aiutare il prossimo. Era una roccia e riusciva a superare tutte le difficoltà certa di essere sempre accompagnata dalla sua famiglia, ma soprattutto da Dio. D’altronde entrambi i suoi nomi, Clotilde, nome di battesimo, e Armanda, preso da suo fratello, significano guerriero, combattente. Ed è sempre stata una guerriera, una persona che soffriva in silenzio per non pesare sugli altri, una persona pronta ad accogliere le sofferenze e trasformarle in opportunità di crescita, una persona da ammirare ed imitare. Era per noi la luce, il sostegno invisibile ma sempre presente, l’ancora a cui sapevamo poter aggrapparci, il nostro posto sicuro. E nonostante il vuoto incombi nei nostri cuori, sappiamo ora più che mai che lei veglia su di noi. La sua famiglia e tutta la città di Celano la ricorderanno come la persona solare, altruista e soprattutto caritatevole. Ha passato la sua vita ad aiutare il prossimo e continuerà a farlo anche da lassù. Come citato nel Vangelo secondo Giovanni: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se è morto vivrà, e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno.”

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