CERCHIO. SUCCESSO DELLA RIEVOCAZIONE STORICA DELLA BULLA INDULGENTIARIUM

I fasti del Medioevo e del Rinascimento in un’eccezionale rievocazione storica a Cerchio

Grande partecipazione di pubblico, a Cerchio, per la XXIII Edizione della rievocazione storica della Bulla Indulgentiarium.

Presenti alla solenne cerimonia il primo cittadino, dott. Gianfranco Tedeschi; i sindaci di 11 comuni abruzzesi; il presidente nazionale dell’associazione Bonifaciana dott. Sante De Angelis; il delegato per l’Abruzzo dell’Associazione Bonifaciana, avv. Cotturone; le autorità militari e religiose tra cui il parroco della cittadina Padre Essiet Emmanuel John, in rappresentanza della Diocesi dei Marsi; ed infine numerosi comuni abruzzesi con i rispettivi gonfaloni. Per Anagni, gemellata con il Comune di Cerchio, ha presenziato il consigliere comunale Elio Giovannelli Protani, delegato dal sindaco della città dei papi, Daniele Natalia.

Ad animare la tradizionale parata lungo le vie cittadine, gli squilli di chiarine, i rulli di tamburi e le raffinate evoluzioni degli artisti del Gruppo Storico Sbandieratori e Musici di Cerchio tornati in attività proprio per la prestigiosa occasione.

La rivisitazione di un glorioso passato che ci ricollega agli splendori e ai fasti delle epoche medievali e rinascimentali, ha dato vita ad una eccezionale rievocazione della consegna della Bulla, il prezioso documento inviato a Cerchio, nel 1300, per volontà di Bonifacio VIII.

La cerimonia prevede che la Bulla Indulgentiarum venga consegnata dal Vescovo dei Marsi nelle mani del primo cittadino. Con l’aiuto della Dama, quest’anno impersonata da Marika Macerola, la Bulla viene portata – e scortata – in corteo fino alla Chiesa di San Bartolomeo. Lo storico evento divenne noto grazie all’istituzione, nello stesso anno, del primo Giubileo della Storia: in virtù della presenza del prezioso manoscritto, infatti, il Papa concesse l’indulgenza e “chiunque si fosse recato nella Chiesa di San Bartolomeo De Circolo a Cerchio, in determinate festività dell’anno, avrebbe potuto riscattarsi da le peccata“.

Il documento, simbolo di solidarietà e pace, è conservato nella Diocesi dei Marsi.


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