COVID-19 , IL GOVERNO PENSA AL COPRIFUOCO ALLE 22:00 E DIDATTICA A DISTANZA ALLE SUPERIORI

Di fronte all’aumento dei contagi da coronavirus, nei prossimi giorni potrebbero arrivare misure più stringenti rispetto a quelle del Dpcm in vigore da mercoledì. Ambienti del Comitato Tecnico Scientifico avrebbero infatti chiesto al Governo provvedimenti più restrittivi in tempi rapidi, anche in vista del weekend: «Alla luce dei nuovi dati emersi e della nuova fase servono misure più stringenti per far fronte al progressivo aumento dei contagi». Tra le ipotesi, quella di un ‘coprifuoco’ alle 22, e la Didattica a distanza almeno per le scuole superiori. Come scrive il Corriere della Sera, il premier Conte è contrario a un nuovo lockdown, anche di un paio di settimane, ma sulla falsa riga di quanto accade in Francia (dove è stato deciso proprio il divieto di uscire dopo una certa ora della sera), il coprifuoco potrebbe essere una opzione percorribile. Più complicata invece la situazione legata alla scuola: la Azzolina preferirebbe estendere lo smart working per decongestionare i mezzi pubblici, e la proposta di tornare alla didattica a distanza per le superiori avrebbe fatto arrabbiare la ministra. Il Cts non sta facendo alcun pressing sul governo. E nessuno nell’esecutivo ci ha dato, al momento, l’indicazione di discutere su ulteriori interventi», ha affermato Agostino Miozzo, il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, smentendo dunque pressioni da parte degli esperti sul Governo per misure più restrittive. «Stiamo pensando di convocare una riunione del Cts nelle prossime ore ma nessuno ci ha chiesto nulla – ribadisce – né noi abbiamo chiesto nulla».L’ipotesi del coprifuoco è stata però per ora smentita dalla sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, intervenuta a RaiNews24: «In questo momento a me non risulta, ma non significa che non possa essere uno dei punti della discussione tra ministro, presidente del Consiglio e ministro degli Interni», ha detto aggiungendo che i provvedimenti di chiusura devono essere proporzionati. «Certamente per molte persone l’allarme va dato perché così ne derivano comportamenti virtuosi. Io ritengo che i comportamenti devono essere ispirati alla razionalità, abbiamo anche l’esigenza di convivere con il virus, non creare uno stato in cui diventa tutto impossibile, questo produce grandi danni, anche alla salute». I numeri di questi giorni secondo Zampa sono diversi da quelli di marzo. «Questi numeri vanno letti in percentuale sul numero dei tamponi, altrimenti si rischia di consegnare un allarme eccessivo – ha spiegato – la percentuale di positivi sui tamponi è poco superiore al giorno prima, anche se il numero di casi è cresciuto».

About Massimo Mazzetti