CROLLA L’OCCUPAZIONE, MARCOZZI: “IN ABRUZZO SI VIVE SEMPRE PEGGIO. NESSUN AIUTO ALLE FAMIGLIE DA PARTE DEL GOVERNO DEL PD”

“I dati che arrivano dall’Istat riguardo al terzo trimestre del 2018 certificano il crollo dell’occupazione in Abruzzo e confermano il momento di enorme difficoltà in cui la Giunta Regionale del PD ci ha trascinato dopo anni di pessima gestione”. A dichiararlo è Sara Marcozzi, consigliere regionale e candidato presidente dell’Abruzzo con il M5S per le elezioni del 10 febbraio.

“Sono andati persi ventiseimila posti di lavoro rispetto al 2017, il tasso di disoccupazione è passato dal 9,7% al 12,1%, 2,4 punti percentuali in più. Una situazione che si riversa direttamente sulle spalle dei lavoratori abruzzesi e delle loro famiglie. Questo crollo occupazionale si somma ad altri dati che confermano come in Abruzzo si viva peggio adesso rispetto a cinque anni fa. In media abbiamo un abruzzese su sei che non ha i soldi per l’affitto o le bollette, uno su cinque a rischio povertà e addirittura uno su tre a rischio esclusione sociale”.

“In questi anni dai banchi dell’opposizione abbiamo provato a far luce sulle questioni occupazionali e lavorative senza mai essere ascoltati. In assenza della creazione di bandi seri per favorire le imprese abruzzesi, siamo stati noi a creare un fondo, finanziato dal taglio dei nostri stipendi, da 133mila euro, che ha garantito prestiti alle PMI da 2 milioni di euro su 80 progetti. E se dall’opposizione siamo riusciti a fare tutto questo, alla maggioranza potremo allargare ulteriormente la nostra azione per creare nuovo lavoro”.

“Noi – conclude Marcozzi – crediamo che il tempo dell’attesa sia finito. Mentre dal centrosinistra continuano ad autodefinirsi competenti, l’Abruzzo soffre come non mai e crolla pezzo dopo pezzo. Il tempo delle poltrone è finito. La guida della Regione deve essere affidata a persone che siano a contatto con la realtà e conoscano le priorità dei cittadini. Il 10 febbraio, giorno delle elezioni regionali, è vicino e gli abruzzesi sono pronti a riprendere il controllo del proprio destino, relegando alla minoranza chi ci ha condotto in questa condizione comatosa”.

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