DanzArte – A TU PER TU CON IL MAESTRO ANDRE’ DE LA ROCHE

LA VITA DI UN GRANDE BALLERINO INTERNAZIONALE

Oggi per la rubrica DanzArte ho l’onore di intervistare uno dei piu’ grandi ballerini della danza jazz, Il maestro internazionale ANDRE’ DE LA ROCHE.

 E’ stato definito il “Nureyev della danza moderna

Grazie maestro per aver accettato questa intervista(telefonica).

Come nasce l’artista, e quello che diventa, Andre Delaroche ?

Io ho origini vietnamiti, infatti mia madre era vietnamita, ed è mancata quando io avevo 4 anni. Ho vissuto con degli amici di mio padre, Francesco Buonaventura, originario della Corsica. Dopo di chè sono stato adottato da una famiglia americana, Richard e Diane De La Roche. L’artista nasce con mia madre, anch’essa ballerina. Trasferito negli USA a soli 8 anni entro a far parte della Los Angeles Civic Light Opera nel cast di The King and I. Successivamente vinco una borsa di studio triennale, di danza classica all’American School of Dance di Los Angeles. A 18 anni sono ballerino del musical “How to succed in business” e in molti altri spettacoli musicali della TV americana: Lola Falana Show – Diana Ross Show – Can Can – West Side Story – Ringo Star Special. Nel 1978 il grande maestro del Musical Bob Fosse mi scrittura come solista in Dancing.

Da quel momento inizio una brillante carriera, che mi porterà nei maggiori teatri di tutto il mondo, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti fino ad approdare alla televisione italiana dove sarò ospite, coreografo e ballerino di molti spettacoli di successo. Nel 1985 ho interpretato il film Joan Lui come ballerino protagonista. Vittoria Ottolenghi scrisse su L’Espresso del 10 febbraio 1995 “è uno dei migliori ballerini jazz del mondo” e mi dedico’ due special in Maratona d’Estate su Rai Uno nel 1988 e nel 1994. Numerose sono state le produzioni di danza, che mi vedono come interprete e in molti casi coreografo: Wanga, Zingari, André and Friends, Faust, Omaggio a Bèjart, Excelsior (per il San Carlo di Napoli). Molti sono satti i premi e riconoscimenti che ho ricevuto come artista, tra cui tanti premi e riconoscimenti: Premio Positano 86 (come miglior ballerino), Premio Agis 92, Premio Vignale Danza 93, Premio Bob Fosse 94 (come miglior coreografo televisivo), Premio Positano 95 (per l’alta professionalità), Premio Acqui Danza 96.

I ricordi da giovane ballerino, quali i momenti belli e quelli bui, se ci sono stati ?

I momenti brutti, per fortuna non ce ne sono stai, anzi forse solo uno quando nel 1984 mi sono rotti i legamenti, …. si quello è stato l’unico momento brutto. I momenti belli tantissimi, i spettacoli, i premi ricevuti, la tv, i grandi eventi. In Italia sicuramente Dancing.

Come viene vista la danza nei paesi dove ha vissuto e come in Italia?

L’emozioni piu’ forti le ho avute a Parigi, in Francia, eccellenza della danza. Li ho avuto bei ricordi, ed hanno una visione della danza sublime. In Italia è molto differente, oltre alle grandi accademia come l’Opera di Roma, il San Carlo, ecc, ci sono una minoranza di scuole veramente eccellenti. La maggior parte delle scuole è soltanto business, c’è poco amore per la danza e troppo per il denaro.

Quali sono i concetti fondamentali della danza per lei?

Voglia di fare, orgoglio, energia, crescita, speranza nella vita, esser positivi in quello che si crede, e che si fa.

Come ballerino e maestro quale è stata la nazione che lo ha piu’ acclamato e dato soddisfazioni?

Sicuramente l’Italia, infatti sono 32 anni che vivo qui, dal lontano 1988. L’Italia è la nazione dove ho avuto piu’ soddisfazioni, grazie anche a Vittorio Ottolenghi e Alberto Testa, critici di danza. Ottolenghi mi ha voluto allo Spoleto Dance Festival.

Come maestro che chiede ai suoi allievi ?

Voglio che danno il meglio in aula, devono esser volenterosi, l’energia, anche se non riesci o non sei portato, ma avere la voglia di fare ed l’energia fanno tanto, e prima o poi i risultati arrivano.

Cosa ne pensa dei talent televisivi di danza?

I talent televisivi di danza in principio hanno dato tanto alla danza, oltre a validi ballerini, hanno fatto vedere il nostro mondo. I sacrifici che si fanno in aula, lo studio, la passione, poi come ogni cosa nel passare con gli anni è diventato solo audience.

Che consigli darebbe ad un allievo che sta iniziando un percorso da ballerino ?

In primis di esser umile, di vedere l’aula di danza come la propria casa, e di crescere facendo piu’ ore possibili di lezione. Studiando la tecnica, cercando di ampliare il proprio bagaglio di danza tramite stage di formazione, essenziali per vedere le varie sfaccetature che ogni insegnare puo’ dare alla danza stessa. Soprattutto di non esser sicuri di esser arrivati, si cresce sempre e s’impara sempre.

Oggi, purtroppo, con questa grave pandemia abbiamo visto le gravi carenze strutturali che il mondo della danza ha, lei che ne pensa ?

Questa chiusura, per gravi problematiche, ha fatto vedere quanto è scarno il sistema danza, senza protezioni e senza garanzie. Un mondo con migliaia e migliaia di ballerini , ma che è senza anima, come un guerriero senza corazza, è nullo.

La danza è un arte, ma molti ballerini non lo sanno e non lo capiscono, perchè a volte si da poca considerazione alla nobile danza ?

Molti ballerini pensano che il foglio di carta preso da un ente di propaganda sportiva sia tutto, maestro e grande ballerino non si diventa con due o tre appuntamenti nel weekend, ma con ore ed ore di duro lavoro e sudore in aula. Decenni di sacrifici e rinunce.

La base di ogni formazione di un ballerino dovrebbe esser la danza classica, vita molto spesso un comparto noioso della danza, perchè?

Perchè i giovani di oggi vogliono diventare ballerini, e maestri, subito, con pochi mesi di danza e senza sacrifici. I primi anni di danza dovrebbero esse solo ed esclusivamente di danza classica.

Lei è giudice in molti concorsi nazionali ed internazionali, che cosa nota e giudica di un ballerino ?

Quello che mi trasmette, le sue linee, la passione che emana nel danzare. Tutto cio’ lo puoi avere solo con il duro lavoro in aula.

Io maestro la ringrazio per l’intervista, e sopratutto per averci fatto entrare nel suo mondo. Grazie, per le bellissime foto concesse per questo articolo.

VIVA LA DANZA

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