Decreto Mezzogiorno, ecco le principali misure del Governo per il sud

“Dalle zone economiche speciali alla Banca delle terre abbandonate, dalla semplificazione all’inclusione: sono questi i punti di una strategia per lo sviluppo e la crescita dei territori meridionali che il Decreto Mezzogiorno rilancia. Quando abbiamo parlato di crescita a trazione meridionale pensavamo esattamente questo: far crescere il Sud per far crescere il Paese”.

Così la Viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, dopo la pubblicazione del Dl 91/2017 (che è noto, appunto, anche come decreto Mezzogiorno o Decreto Sud), in Gazzetta Ufficiale.

Il nuovo decreto segue quello dello scorso dicembre (decreto Mezzogiorno n. 243/2016), con il quale il Governo ha avviato una campagna di aiuti per le situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno.

Il decreto si è reso necessario per la necessità di intensificare gli interventi volti a favorire il superamento del divario economico e sociale delle regioni del Mezzogiorno rispetto alle altre aree del Paese, introducendo misure incentivanti per i giovani imprenditori, nonché nuovi strumenti di semplificazione.

Scattano, dunque, novità importanti per quel che riguarda gli investimenti nelle regioni del Mezzogiorno, tra cui l’Abruzzo, con particolare riferimento all’incremento delle attività imprenditoriali: si va dalle nuove opportunità con l’introduzione delle cosiddette Zes, le Zone economiche speciali, alla proroga di un mese per l’iperammortamento, passando per l’ampliamento del credito d’imposta che è stato introdotto dalla legge di stabilità del 2016.

In particolare, attraverso le Zone economiche speciali le nuove imprese e quelle già operanti possono beneficiare non solo di semplificazioni di tipo amministrativo, a patto di incrementare gli investimenti, oppure di intraprendere programmi imprenditoriali, ma anche del ‘bonus Sud’ maggiorato rispetto a quello previsto nella ‘Finanziaria’ del 2016, ovverosia nella Legge di Stabilità. Il bonus Sud, lo ricordiamo, è rappresentato da un credito di imposta che, nel rispetto dei requisiti di accesso previsti, scatta con l’acquisto di beni strumentali nuovi che sono destinati a strutture produttive del Mezzogiorno.

Fermo restando che sono escluse dal bonus Sud, compreso quello maggiorato, le aziende che sono in scioglimento o in stato di liquidazione, l’agevolazione per le Zes è fruibile da parte delle imprese per investimenti in beni strumentali entro la data 31 dicembre del 2020 e comunque per un massimo in controvalore di 50 milioni di euro per quel che riguarda il progetto di investimento. Pena la decadenza dell’agevolazione, inoltre, le imprese beneficiarie del credito di imposta maggiorato dovranno operare sul territorio per i cinque anni successivi rispetto alla data di completamento del progetto di investimento.

Le istituzioni delle ZES spettano ora alle singole Amministrazioni regionali. Ieri c’è stata la dichiarazione ufficiale dell’Assessore all’Agricoltura Dino Pepe, in merito all’adozione del provvedimento  nella nostra regione: “L’Abruzzo guarda con interesse alla norma sulle Zone Economiche Speciali non solo perché possiede aree portuali che hanno bisogno di essere potenziate, ma soprattutto perché, le politiche avviate dal governo regionale, puntano con determinazione ad attrarre nuovi investitori”.

Sul versante del lavoro agricolo, il Decreto Sud prevede l’azione della Banca delle terre abbandonate, che da oggi diviene una occasione straordinaria per l’agricoltura meridionale e le generazioni giovani che guardano al futuro dell’agricoltura, dell’agroindustria, della terra.

Il Decreto, inoltre,  introduce una proroga del termine di consegna dei beni in iperammortamento al 31 luglio 2018, ma sono in corso approfondimenti tecnici per verificare la possibilità di reperire ulteriori risorse idonee a consentire una proroga trimestrale o semestrale. Resta in ogni caso ferma la condizione che gli investimenti in oggetto si riferiscano a ordini accettati entro la data del 31 dicembre 2017 e che, entro la medesima data, sia anche avvenuto il pagamento di acconti in misura non inferiore al 20%.

Ancora: il provvedimento stabilisce alcune garanzie supplementari per le aziende italiane soggette ad Amministrazione Straordinaria: si prevede che nei casi in cui le società cessionarie di complessi aziendali di società sottoposte ad A.S si rendano gravemente inadempienti nell’esecuzione del contratto di compravendita e si rendano insolventi, è possibile il loro assoggettamento ad Amministrazione straordinaria in luogo del fallimento, pur in assenza dei requisiti dimensionali previsti dalla legge per l’apertura della procedura (500 addetti e debiti non inferiori ai 300Mln di euro). In pratica, la norma adottata è volta a consentire il perseguimento del tentativo conservativo fallito per l’inadempienza dell’acquirente divenuto insolvente, evitando il fallimento che sarebbe inevitabile nel caso in cui l’impresa abbia nel frattempo perduto i requisiti dimensionali per l’accesso alla A.S.

Infine, della misura “Resto al Sud”, rivolta ai soggetti di età compresa tra i 18 ed i 35 anni che non dispongono di mezzi propri per avviare un’attività propria abbiamo già parlato in un precedente articolo.

 

Fonte: AbruzzoSviluppo.it

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