Decreto sul Mezzogiorno. Melilla: “Ricaduta positiva su economia e occupazione abruzzese”

Svimez ci dice che nel 2016 l’Abruzzo cresce meno del Mezzogiorno. Per questo ha bisogno, più di tutte le altre Regioni meridionali, che il Governo inverta la tendenza degli ultimi anni alla diminuzione degli investimenti pubblici in Infrastrutture e sostegno all’economia e occupazione. In questo quadro assume una certa importanza la conversione in legge del Decreto sul Mezzogiorno, oggi alla Camera dei Deputati.

“In questa legge – spiega il Deputato Melilla – sono contenute norme che avranno una ricaduta positiva sull’economia e sull’occupazione abruzzese. Di questo ho parlato nella dichiarazione favorevole di voto finale per conto del gruppo parlamentare Articolo uno Mdp.

I punti più interessanti mi sembrano: 1. incentivi per i giovani di 18-35 anni abruzzesi e delle altre regioni meridionali, attraverso la misura “Resto al Sud” consistente in un finanziamento di 50mila euro (grazie ad un nostro emendamento che lo ha portato da 40 a 50 mila euro) di cui il 35% a fondo perduto e il restante in un prestito a tasso zero da restituire in 8 anni. 2. tale incentivo si estende alle imprese agricole per favorire il ricambio generazionale e lo sviluppo di imprenditoria giovanile. 3. piani di recupero delle terre incolte e di beni turistici, commerciali e industriali in stato di abbandono da 15 anni che possono essere dati in concessione a nuove imprese. 4. istituzione delle Zone Economiche Speciali per lo sviluppo di imprese che vogliono investire in aree portuali (ad esempio in Abruzzo nel porto regionale di Ortona) con procedure semplificate, aiuti e incentivi fiscali, crediti d’imposta per l’acquisto di beni strumentali sino ad un massimo di 50 milioni di euro, 5. incentivi per i Patti territoriali per lo sviluppo e per i Contratti Istituzionali di Sviluppo con incentivi e semplificazioni di vario genere. 6. nuove disposizioni per il contrasto al fenomeno degli incendi boschivi con aiuti alle Regioni. 7. nuovi stanziamenti alle Regioni meridionali e all’Abruzzo per la ricollocazione dei lavoratori delle aziende in crisi. 8. contributi per il contrasto della povertà educativa, minorile e della dispersione scolastica. 9. prolungamento anche nell’anno scolastico prossimo per l’Abruzzo delle misure previste per i territori sismici con la deroga alla normativa nazionale dei parametri per la formazione delle classi. Si salveranno così molte classi e scuole di piccoli comuni. 10. contributi per la messa in sicurezza delle scuole 11. nessuna sanzione per i comuni terremotati per il mancato rispetto del patto di stabilità 12. concessione alla strada dei Parchi di 50 milioni l’anno dal 2021 al 2025 per gli interventi di ripristino e messa in sicurezza dei tratti autostradali A24 e A25 resi necessari dopo i terremoti del 2009, 2016 e 2017. 13. interventi di semplificazione per il recupero degli edifici che hanno riportato danni lievi negli ultimi terremoti 2016 e 2017. Sono interventi che, se ben utilizzati, possono alleviare parzialmente la gravissima situazione economica ed occupazionale abruzzese. Ad essi però deve accompagnarsi un decisa ripresa degli investimenti pubblici.

Il declino degli investimenti pubblici in Abruzzo è stato imbarazzante. Se analizziamo la cronologia 1951-2015 i dati sono impietosi: nel decennio 1951-60 si investiva lo 0,68% del PIL, nel 1971-1980 si passò allo 0,85% del PIL, nell’ultimo quinquennio siamo scesi allo 0,15%, negli ultimi 2 anni addirittura siamo scesi sotto lo 0,1%. Per contrastare questa deriva occorre una strategia mirata a rivedere la politica di coesione, affermando maggiori margini di flessibilità del bilancio, abbandonando il fiscal compact per rilanciare con forza gli investimenti pubblici. C’è bisogno di un grande Piano del Lavoro, di una visione strategica per la crescita dell’Abruzzo come chiedono da tempo i sindacati CGIL CISL UIL e anche le organizzazioni economiche e professionali.

Il gruppo Mdp ha votato questa legge, avendola anche migliorata con propri emendamenti, ma nella piena consapevolezza che nella prossima legge di stabilità, in discussione in autunno, si giocherà la grande partita di un Piano del lavoro di forte impronta keynesiana che rilanci veramente gli investimenti pubblici per la crescita e l’occupazione, destinandoci almeno un mezzo punti del PIL, pari a 8 miliardi di euro. Oggi comunque l’Abruzzo ha nuove orme legislative che possono aiutarlo, anche se in modo ancora insufficiente, nelle sue politiche di crescita. La Regione Abruzzo e il sistema istituzionale ed economico nel suo complesso colgano appieno queste opportunità”.

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