ELEZIONI, FIAB AI CANDIDATI: MAGGIORE ATTENZIONE ALLA MOBILITA’ CICLISTICA

Lettera aperta ai candidati alle prossime amministrative nei collegi abruzzesi.

 

Gent.mi/e candidati/e

il Coordinamento FIAB Abruzzo-Molise chiede a tutte le forze politiche impegnate nelle prossime elezioni di esprimersi sui temi relativi alla mobilità e, in particolare, alla mobilità ciclistica.

In particolare l’obiettivo per la prossima legislatura è: -20%, ovvero LA DIETA DEL TRAFFICO,
 cioè la riduzione degli spostamenti motorizzati, in favore di quelli pedonali e ciclistici, per rispettare l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.
Le nostre città hanno bisogno di soluzioni concrete urgenti per i problemi legati all’inquinamento, al consumo dello spazio pubblico, alla salute e benessere dei cittadini, alla sicurezza sulle nostre strade. La bicicletta ha ampiamente dimostrato di essere una soluzione efficace che richiede investimenti contenuti con risultati in tempi brevi.

Pensiamo quindi che ci siano le condizioni, oggi più di ieri, per fare un salto di qualità a favore di un concreto sviluppo della mobilità ciclistica: per questo chiediamo alla prossima legislatura di porsi un obiettivo, diminuire del 20% la percentuale delle auto private in circolazione, attraverso una serie di azioni che sviluppino le modalità di MOBILITÀ ATTIVA, a piedi e in bici, e il Trasporto Pubblico Locale.

Molte sono le azioni che possono favorire il raggiungimento di questo obiettivo:

1) DARE PIENA ATTUAZIONE ALLA LEGGE 11 gennaio n. 2 «Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica», pubblicata nella GU n. 25 del 31 gennaio 2018 e IN VIGORE DAL 15 FEBBRAIO 2018. Chiediamo un impegno su iniziative entro i primi due anni del nuovo governo per rispettare le scadenze che la legge, fortemente voluta da FIAB, si pone. Tra queste ricordiamo: il piano generale della mobilità ciclistica (PMGC), da approvare entro il 15 luglio 2018, i piani regionali della mobilità ciclistica, da approvare entro il 15 luglio 2019, la realizzazione della rete ciclabile BICITALIA, per cui le Regioni devono predisporre i progetti entro il 15 luglio 2019 e infine il BICIPLAN, considerato piano di settore del PUMS ai sensi dell’art. 3 Decreto MIT 4 agosto 2017 e l’adozione dei PUMS per le città metropolitane, gli enti di area vasta, i comuni e le associazioni di comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti.

2) ISTITUZIONE DEL SERVIZIO NAZIONALE PER LA MOBILITÀ CICLISTICA. Le politiche per la ciclabilità interessano settori diversi e c’è necessità di avere una struttura di governance chiaramente identificata all’interno della struttura burocratica.

3) RIFORMA DEL CODICE DELLA STRADA: 30 km/h come standard di velocità nelle città, doppio senso ciclabile nelle strade a senso unico delle città, case avanzata ai semafori. La riforma del codice della strada è indispensabile: è necessario cambiarne la visione e mettere al centro dell’azione normativa la persona al posto dei mezzi a motore. La riforma organica è ciò che auspichiamo, ma i punti indicati sono quelli che avrebbero sùbito un impatto positivo sulla sicurezza nelle nostre città e faciliterebbero la vita di chi sceglie di muoversi in modo sostenibile, a piedi o in bicicletta.

4) SOSTEGNO ECONOMICO ALL’ACQUISTO DEL MEZZO BICICLETTA. L’incentivo dovrebbe essere maggiore a fronte della scelta di dismettere la propria auto o a fronte di un impegno a un utilizzo quotidiano casa-lavoro o casa-scuola.

5) INCENTIVI/SCONTI FISCALI PER I NEGOZI CHE ATTREZZANO SPAZI PUBBLICI PER BICICLETTE con lo scopo di incentivare e rivitalizzare il commercio locale. Più spazio alle biciclette significa più spazio alle persone: un posto auto significa un potenziale cliente; in un posto auto parcheggiano dieci biciclette, che equivalgono a dieci potenziali clienti.

6) COMUNI CICLABILI, COMUNI VIVIBILI: rivedere gli standard urbanistici della legge Tognoli, che obbliga a dedicare ampie superfici per posteggi auto privati e pubblici, per permettere ai Comuni di realizzare trasformazioni urbanistiche sostenibili che privilegino i collegamenti e servizi per biciclette e pedoni, il trasporto pubblico e collettivo, realizzazioni di spazi pubblici di incontro per i cittadini. In attesa di queste modifiche prevedere incentivi (facilitazioni sulla gestione delle spese dei bilanci comunali) per i Comuni che realizzano interventi per la ciclabilità e l’accessibilità della città a persone con ridotta mobilità.

7) CITTA’ ATTIVE, CITTA’ SANE: prevedere incentivi fiscali per le aziende che facilitano l’utilizzo della bicicletta negli spostamenti casa-lavoro. La promozione della mobilità attiva a partire dagli spostamenti quotidiani,ha numerosi riscontri positivi sul benessere psicofisico delle persone, e il movimento quotidiano è uno degli elementi di prevenzione di molte delle malattie del nostro tempo, dall’obesità al diabete alle malattie cardiovascolari.

8) Piena intermodalità tra bicicletta e i mezzi del Trasporto Pubblico Locale, in particolare tra bici e treno, con adeguamento del materiale viaggiante e delle stazioni ferroviarie, in modo che si possa trasportare la bicicletta, in appositi spazi, sulla maggior parte dei treni, regionali e a lunga percorrenza, e che le stazioni siano idonee alla sosta, anche prolungata, delle biciclette, e venano eliminate le barriere architettoniche che ne impediscono la fruibilità.

9) Favorire l’istituzione dei MOBILITY MANAGER, sia negli enti ed uffici pubblici (scuole comprese) che nelle ditte private, per coordinare gli interventi a favore di una diversa mobilità per i percorsi casa-scuola e casa-lavoro.

Molte altre sono le attività da mettere in campo per affrontare il vasto tema dei cambiamenti climatici, tuttavia riteniamo che questi siano passaggi che possono dare un aiuto significativo a cittadine e cittadini che sempre più numerosi stanno cambiando stile di vita: rendere semplice e sicuro l’utilizzo della bicicletta in città è la chiave di volta per scendere dall’auto e muoversi in modo diverso. E i benefici sono per tutti, anche per quella fascia di persone che deve utilizzare necessariamente l’auto privata (indicativamente il 40% degli spostamenti modali).

Restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento o confronto e attendiamo un cenno di riscontro in merito alle tematiche poste.

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