FIM-CISL: LFOUNDRY: UNA FABBRICA MALATA

Dalla più grande azienda della provincia dell’Aquila, la LFoundry, con insistenza, giungono notizie che oscillano tra il serio ed il faceto.

Iniziamo dagli accadimenti importanti, quelli seri che, provengono dalla Cina. Pare, infatti che, la data del 28 giugno fissata per il “closing”, potrebbe essere spostata per motivi tecnici che, sostanzialmente, secondo la FIM, sono due:

1) la sottocapitalizzazione dell’azienda LFoundry;

2) le problematiche connesse al rilascio del nuovo sistema informativo aziendale MES. 

Riguardo al primo punto, è giusto ricordare che nella conferenza stampa tenuta dalla FIM-CISL presso il comune di Avezzano il 17 aprile u.s., sulla base del bilancio LFoundry del 2017 – era disponibile solo quello  in quel momento (bilancio 2017)-, era stata evidenziata la sottocapitalizzazione della Società, in rapporto all’elevato livello di indebitamento. Oggi, in possesso del bilancio 2018, è possibile constatare che, purtroppo, le cose, sono nettamente peggiorate, tant’è che, la perdita economica che, nell’anno fiscale 2017 era di 2,2 milioni di €, al 31.12.18 è passata a 19.8 milioni di €.

Questa perdita ha determinato che, il patrimonio netto della LFoundry, nel confronto tra i due anni fiscali, è sceso da 27,4 milioni di € del 2017, a 7,5 milioni nel 2018.

Alla data odierna, quindi, a metà anno fiscale, è noto a tutti che, la produzione industriale, causa anche la transizione al nuovo MES, è nettamente diminuita e che, conseguentemente, farà aumentare ulteriormente, per l’anno 2019, le perdite di esercizio. A voler essere ottimisti, se nel corrente anno fiscale si riuscisse a realizzare lo stesso livello di perdita economica del 2018 a livello costante per mese, già a fine giugno 2019 il patrimonio netto della LFoundry diverrebbe negativo (7,5 milioni di € era il patrimonio netto a fine 2018 – perdite ottimistiche stimate a fine giugno (19.8/2 = 9.9 milioni di euro) – patrimonio netto negativo per circa 2,4 milioni di euro) e questa proiezione giustificherebbe il “rinvio per motivi tecnici” del closing.

Ci sono ingenti perdite da ripianare e i protagonisti del management buy out del 2012/2013, queste cose le sanno e, se davvero volessero bene alle sorti dei 1avoratori, dovrebbero favorire l’operazione di “closing”, facendo un passo indietro, non solo nella gestione dell’azienda ma, anche per il restante 30% delle quote societarie, con un vendita simbolica di 1 $: del resto non gli erano costate niente !!!

Il ritardo ed i limiti del nuovo MES dimostrano il livello davvero molto basso di preparazione tecnica (benché ci siano grandi sforzi da parte di singoli) e manageriale degli attuali dirigenti.

Invece di occuparsi di questa montagna di problemi che, hanno messo a serio rischio il futuro dello stabilimento, la Direzione aziendale ha pensato bene (invero, molto male !!!!!) di utilizzare il rinnovo della R.S.U., come “arma di distrazione di massa”.

Una gran brutta trovata, anzi, rinnovata “trovata” di UTILIZZARE una organizzazione sindacale per esercitare la più becera interpretazione della potenza di “Roma Antica”: divide et impera !!

 In ogni caso, non è scandaloso che un’azienda “ci provi”, alfine di ottenere i propri scopi, è vergognoso che si accetti di essere “complici” di questi scempi che si consumano a danno dei lavoratori e della democrazia,  !! Nella firma dell’accordo dei “10 anni”, si disse che lo si faceva per garantire gli investimenti: oggi, per quale motivo ? Per coprire il disastro finanziario causato dal management buy out ?

Quello che si sta vivendo in fabbrica dal giorno in cui sono state aperte le procedure per le elezioni della R.S.U., è semplicemente umiliante per il rinnovo della rappresentanza dei lavoratori.

Candidati di questa lista che hanno la possibilità di muoversi dal posto di lavoro indisturbati, componenti della commissione elettorale di questa organizzazione che fotografano il registro dei votanti e inviano foto ai candidati, alfine di invitare i “non votanti” o ritardatari e recarsi al seggio; dipendenti in aspettativa sindacale, piantonare a pochi metri il seggio elettorale da 15 giorni in pianta stabile ……….. !

Il voto delle persone, è stato trasformato, dalla Direzione aziendale e dalla “solita” organizzazione sindacale, in una pura formalità dal risultato scontato: l’esatto contrario di quello che, per natura, dovrebbero fare 2 antagonisti su posizioni opposte !!

La FIM – CISL, per Sua natura, stile e professionalità, soprattutto in questo periodo, proprio per evitare che, sul possibile ritardo o, mancato “closing” si scaricasse la colpa sul sindacato e, ancor di più, per il rispetto delle comuni regole sulle elezioni, ha mantenuto un profilo basso ed ha preferito dare alla stampa questo documento, proprio in coincidenza con l’inizio dello spoglio delle schede, per cercare di definire da subito strategie e obiettivi per il futuro dello stabilimento, senza condizionamenti di sorta.

La FIM-CISL, è una grande Organizzazione e tale rimarrà, anche a valle del risultato elettorale che uscirà fuori, qualunque esso sia e ciò, rimarcando anche la differenza con l’altra O. S. presente in azienda che, in più di un’occasione, ha preferito emulare Ponzio Pilato, piuttosto che mantenere fede agli impegni assunti unitariamente. La Nostra competenza, l’affidabilità e il senso del dovere, saranno sempre prevalenti sulle altre compagini sindacali, a tutela dei DIRITTI di TUTTI, contro questo scellerato e rinnovato combinato disposto Azienda e sindacato.        

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