Frenano i consumi e gli investimenti, ma cresce l’export: il report di Confindustria sull’economia in provincia dell’Aquila


Nel 4° trimestre 2022 l’impennata dei prezzi ha eroso il reddito delle famiglie (-3,7% ), con un calo dei consumi dell’1,6%, in particolare alimentari scesi del 5,3%, mentre l’export, a inizio 2023, è cresciuto dello 0,6%. E’ quanto si evince dalla Congiuntura del Centro studi di Confindustria riferita ad aprile. “Il 1° trimestre di quest’anno ha visto una ripartenza del Pil sopra le attese (+0,5%), grazie a servizi e industria, che include anche le costruzioni, sebbene quest’ultima solo grazie al trascinamento da dicembre scorso”, spiega Riccardo Podda, presidente Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, “la produzione industriale a febbraio, in provincia dell’Aquila, ha subito un’altra flessione pari allo 0,2%, dopo che a gennaio era diminuita dello 0,5%. La fiducia delle imprese è di nuovo scesa ad aprile, con la flessione di ordini e di attese sulla produzione”. L’export resta in espansione a inizio 2023 con un +0,5% a febbraio e +0,6% acquisito nel 1° trimestre dell’anno. La domanda sui consumi è rimasta fiacca a inizio 2023: le vendite al dettaglio di beni si sono ridotte a febbraio (-0,9% e -1,8% gli alimentari), con un taglio annuo delle famiglie sui prodotti alimentari pari al 3,9%. “Il costo del credito per le imprese è salito a 3,55% a febbraio dall’1,18% a fine 2021 e a marzo la quota di imprese industriali che ottiene credito solo a condizioni più onerose è al 44,3% da 7,3% di due anni fa”, sottolinea il direttore di Confindustria, Francesco De Bartolomeis, “le imprese continuano a valutare negativamente lo scenario per gli investimenti. Dall’indagine Banca d’Italia sul 1° trimestre emerge che i giudizi sulle condizioni per investire sono divenuti meno negativi, sia per industria e servizi, che per le costruzioni. Ma la quota di imprese che si aspetta di accrescere gli investimenti nei prossimi sei mesi è in calo (industria e servizi 14,7% da 21,1%; costruzioni 18,1% da 23,1%)”. Vari fattori contribuiscono al ridimensionamento della crescita degli investimenti nel 2023-24: la graduale riduzione delle agevolazioni fiscali in campo edilizio, che attenuerà quest’anno il contributo delle costruzioni rispetto al 2021-22, in particolare nell’ambito degli investimenti in abitazioni delle famiglie, i margini operativi delle imprese italiane che sono stati messi sotto pressione nell’ultimo biennio dai rincari di commodity ed energia e il maggior onere per interessi a carico delle imprese. “Non vi sono nei bilanci delle imprese risorse facilmente utilizzabili per finanziare nuovi investimenti fissi. In positivo, può però agire la crescita attesa per gli investimenti legati Pnrr e dagli altri fondi europei”, conclude De Bartolomeis, “ciò richiede di implementare bene il Piano per sostenere gli investimenti, in particolare quelli in tecnologie digitali e per l’efficienza energetica”.
In allegato foto Presidente Confindustria L’Aquila, Riccardo Podda.

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