Giovani marsicani all’estero: la storia di Francesco, che oggi vive e lavora in Australia

Ci sono molti giovani marsicani che partono in cerca di fortuna ed affrontano 24 ore di aereo per raggiungere una terra meta di molti sbarchi e di rinnovate speranze: l’Australia.

Oggi vi riportiamo l’esperienza di Francesco Lombardi, di Collelongo, che dopo essersi laureato ed aver mandato per mesi curriculum, ha deciso di trasferirsi in Australia.

 

Francesco, come mai hai deciso di trasferirti in Australia?

Dopo essermi laureato mi sono dovuto confrontare con il mondo del lavoro e quello che mi si è presentato davanti non era quello che mi aspettavo e desideravo. Così, dopo mesi a mandare cv dappertutto e fare colloqui a volte imbarazzanti, per la testa mi passava sempre più l’idea di farmi un’esperienza all’estero. Ed ecco l’Australia, un sogno fin da bambino, così ho cominciato ad informarmi su questo Paese così lontano. L’ho fatto per otto mesi ed intanto lavoravo come cameriere per pagarmi il viaggio.

 

Da quanto tempo ora sei in Australia?

Lo scorso maggio ho fatto la domanda per richiedere il visto e dopo soltanto un’ora mi è arrivata la risposta dal governo australiano! Scegliere la città non è stato facile (ti rendi conto di quanto sia grande l’Australia solo quando ci vivi) ma quello che avevo in mente era di non voler vivere in una metropoli quindi non Sydney o Melbourne, così ho deciso di fare il biglietto per Brisbane.

 

C’era qualcuno ad Aspettarti?

Bisogna dire che sono stato fortunato, perché ad aspettarmi c’erano dei miei parenti che sono stati veramente gentili e questo mi ha reso meno complicate le cose rispetto a tanti altri ragazzi che arrivano da soli

 

Stai lavorando? Hai trovato subito lavoro?

Brisbane non mi è piaciuta ma dopo essere stato a Gold Coast (la città dove vivo ora) me ne sono innamorato. Una città con mezzo milione di abitanti e dove i bimbi alle sei di mattina prima di andare a scuola fanno surf..come nei film. Trovare casa è stato facilissimo e dopo due giorni lavoravo come lavapiatti in un ristorante italiano (l’ho fatto per due giorni ed è stato terribile). Trovare lavoro non è difficile ma dipende da quello che sai fare e da quello che vuoi fare! Uno dei lavori più comuni tra i ragazzi italiani è in hospitality cioè come chef, pizzaiolo o cameriere, ma anche per fare questo tipo di lavoro bisogna arrivare preparati e cioè avere una buona padronanza della lingua inglese perché c’è tantissima concorrenza da tutto il mondo. Io, avendo qualche piccola esperienza come pittore, ho deciso di cercare nel settore edile (construction) ed è stato facile trovare lavoro. Ho mandato qualche curriculum per la posizione di painter e dopo qualche ora mi avevano risposto 3o4 aziende ed il giorno dopo ho iniziato a lavorare per una di queste. Adesso guadagno 30 dollari l’ora e sto abbastanza bene. Consiglio a tutti quelli che volessero intraprendere questa esperienza di studiare bene l’inglese.

 

Qual è stato il primo impatto che hai avuto appena arrivato in Australia, sceso dall’aereo?

Quando sono sceso mi tremavano le gambe,un po’ per il lungo volo,un po’ perché soltanto allora ho capito quanto realmente stessi lontano da casa; da allora sono passati sette mesi e fino ad ora è stata l’esperienza più bella della mia vita. Ho conosciuto tante persone tra cui una bella comunità di ragazzi italiani con cui gioco a calcetto una volta a settimana.

 

Secondo te qual è la differenza sostanziale tra Italia e l’Australia?

Sono due paesi culturalmente e storicamente completamenti diversi quindi è difficile fare paragoni. Quello che posso dire è che qui funziona bene tutto e la differenza sostanziale la vedi nei piccoli gesti, nel volto della gente, tutti sono positivi e felici, a differenza dell’Italia. Ho lasciato un Paese dove il clima di sfiducia è tanto e le certezze per noi giovani sono poche!

 

Tornerai un giorno in Italia?

Quello che posso dirti è che per almeno qualche anno resterò qui cercando di fare quante più esperienze positive possibili e di godermi ogni attimo.

 

Grazie Francesco per averci raccontato la tua storia.

 

Lamberto Pascucci

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