GIOVEDÌ 8 APRILE IN REGIONE SI TORNERÀ A DISCUTERE DEL DISEGNO DI LEGGE PER LA RIDUZIONE DEL PARCO REGIONALE SIRENTE VELINO. LE ASSOCIAZIONI: LA REGIONE ABRUZZO NON PERDURI IN QUESTA PROPOSTA SCELLERATA

L’eventuale taglio non porterà alcun vantaggio al territorio,  si ascoltino le nostre istanze e si avvii il confronto con tutti i portatori di interesse

Nella seduta della Seconda Commissione consiliare di giovedì 8 aprile è prevista di nuovo la discussione sulla proposta di legge “Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente Velino e revisione dei confini” approvata dalla Giunta con DGR n. 333C del 15/6/2020.

La proposta prevede, come è ormai noto, oltre a una modifica dell’articolato della disciplina del Parco, la riduzione dello stesso di circa 8000 ettari soprattutto nella Valle Subequana.

Nei mesi scorsi le Associazioni ambientaliste hanno messo in atto una grande mobilitazione, la petizione on line ha raggiunto quasi 125.000 firme, cinquanta personalità della scienza e della cultura abruzzesi e italiane hanno firmato un appello rivolto al Presidente della Regione e all’Assessore all’ambiente, è nato un comitato di cittadini, sono stati pubblicati articoli sulla stampa, anche su testate importanti a livello nazionale portando la discussione e la richiesta di scongiurare la riduzione del Parco su un piano di attenzione più ampio di quello locale.

Nonostante questo, la Regione Abruzzo è rimasta sorda agli appelli, il Presidente Marco Marsilio non ha mai incontrato le Associazioni o sentite le popolazioni per raccogliere le istanze e confrontarsi con tutti i portatori di interesse, accampando come “volontà del territorio” delibere di consigli comunali datate di diversi anni e riferite a compagini amministrative spesso mutate.

La riduzione del territorio protetto non è supportata da alcuna evidenza scientifica o di approfondimento ecologico o anche solo economico: la relazione prodotta a sostegno della scelta, di sole 3 pagine, non può essere assolutamente sufficiente ed è stata in ogni caso smentita punto per punto dalle osservazioni inviate dalle Associazioni ambientaliste.

La Regione Abruzzo si è chiesta quali vantaggi potrebbe avere dal punto di vista economico un territorio che si vede privato dell’appellativo di area protetta? Ci si è chiesti, ad esempio, come i flussi turistici, sempre più indirizzati verso parchi e aree naturali, verranno penalizzati?

Il Parco ha bisogno di altro: di essere dotato di strumenti per esercitare la propria funzione, della nomina di un direttore e di un presidente, dell’approvazione del Piano di gestione, della possibilità di indennizzare velocemente i danni da fauna all’agricoltura e agli allevamenti, di un piano di rilancio che punti alla promozione turistica…

Le Associazioni chiedono ancora una volta di essere ascoltate. La Regione Abruzzo si fermi, si confronti, non perduri in una scelta così scellerata che non porterà benefici per nessuno.

Il link per firmare la petizione on line: https://www.change.org/p/salviamo-il-parco-naturale-regionale-sirente-velino

Le richieste delle Associazioni rispetto alla proposta di Legge sul Parco regionale Sirente Velino

    Rilancio del Parco regionale Sirente Velino, che purtroppo rappresenta un esempio di grave abbandono amministrativo: commissariato dal 2015, lo era già stato per diverso tempo anche in precedenza. Nei fatti l’area protetta ha vissuto più anni in gestione di commissariamento o con presidenti facenti funzione che in amministrazione ordinaria. Ha subito molti attacchi anche dal punto di vista territoriale, nel 1998, nel 2000 e nel 2011 sono stati già tagliati molti ettari, creando l’attuale perimetro poco funzionale alla continuità ambientale visto che è presente un cuneo di territorio non protetto che si insinua all’interno del Parco stesso. 

    Uscita dal commissariamento e nomina delle figure apicali come quella di un Presidente di alto profilo culturale, espressione del mondo accademico, della ricerca scientifica, con conoscenza e competenza nel campo della conservazione della natura, capace di rilanciare il Parco e dargli il giusto posto che merita tra le aree protette italiane, nonché di un Direttore serio e competente. 

    Approvazione del Piano di assetto naturalistico, strumento fondamentale per intervenire nel territorio anche con azioni di promozione e incentivazione, che aspetta da 3 anni di essere approvato dalla Regione Abruzzo. L’attuale legislatura ha la possibilità di ribaltare questa situazione e segnare un cambiamento: non perda questa occasione per farlo.

    Non ridurre i confini del territorio protetto, soprattutto senza basarsi su evidenze scientifiche e di corretta gestione; non è mai stato messo a disposizione uno studio che supporti la decisione della Giunta. Le aree interessate dal taglio sono Zone di protezione Speciale e anche, in parte notevole, Siti di interesse comunitario, a suo tempo individuati dalla Regione stessa, validati dal Ministero dell’Ambiente e istituiti dall’Unione Europea: è evidente che sono presenti peculiarità ambientali e naturalistiche da proteggere, altrimenti i siti stessi non sarebbero stati istituiti. Il Parco regionale Sirente Velino ospita habitat e specie animali rari e protetti a livello nazionale e comunitario, basta citare la presenza dell’Orso bruno marsicano, del Camoscio d’Abruzzo, dell’Aquila reale, del Grifone, del rarissimo Falco Lanario. Inoltre ospita una delle popolazioni più importanti di Coturnice non solo dell’Italia ma dell’Europa intera, seriamente minacciata di estinzione a livello mondiale. Oggi questo grande patrimonio naturalistico ed anche turistico risulta seriamente minacciato per accontentare alcuni piccoli interessi locali.  Approfittando del fatto che l’opinione pubblica è distolta dalla tragedia della pandemia, si tenta di fare un grave colpo di mano, che probabilmente potrà essere oggetto di richiesta di infrazione comunitaria all’Unione Europea.

    Nella revisione degli organi ammnistrativi, bisogna considerare la presenza nel Consiglio direttivo di una figura nominata su designazione delle Associazioni ambientaliste: non basta scrivere “esperti in campo ambientale” per definire l’appartenenza ad Associazioni riconosciute a livello ministeriale. Il Parco deve dotarsi di un consiglio nel quale sia prevista la rappresentanza del territorio, della parte tecnica e delle Associazioni ambientaliste e che sia ben strutturato e in grado di prendere decisioni.

    Rivedere la composizione del Comitato consultivo che nella proposta si compone da un lato da rappresentanti di Enti di ricerca e Associazioni ambientaliste, dall’altro da portatori di interesse molto particolari e privati, quali Associazioni di categoria. Non si riesce quindi a capire quale parere tecnico-scientifico possa esprimere un comitato così composto. Tra l’altro, in maniera del tutto assurda, si inseriscono anche rappresentanti delle Associazioni di cacciatori quando nel Parco regionale la caccia è vietata.

    Individuazione e istituzione delle “aree contigue” allo scopo di dare un segnale ai cacciatori residenti nell’area, riconoscendo la loro presenza storica e il loro ruolo nelle montagne marsicane, peligne e vestine.

    Coinvolgimento dei giovani residenti nei Comuni del Parco nel ruolo di presidio dell’area protetta per la sorveglianza e per la divulgazione dei valori ambientali del Parco in campo culturale e turistico.

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