Il Canistro di Giacomo Cesareo : “Ecco come abbiamo cambiato pagina”

Il campionato di 3ª categoria girone B, non ci stanchiamo di dirlo, e mai lo faremo, ci ha regalato emozioni uniche. Un torneo avvincente che ha tenuto tutti con il fiato sospeso fino alle ultime giornate. I playoff, poi, hanno rinnovato lo spettacolo. La giornata di domenica scorsa (21 maggio) aveva il compito di incidere sul pass per l’accesso in seconda categoria un solo nome. A sfidarsi, nello stadio comunale di Trasacco, il Plus Ultra di Colangelo e l’FCD Canistro di Cesareo.
Un match avvincente che ha di fatto messo in luce le straordinarie qualità, sia in fase difensiva che offensiva, dei rovetani. La rete di Vittorio Bianchi e la perla balistica di capitan Fontana sanciscono il definitivo 2-0. Uno score che catapulta meritatamente il Canistro a scrivere un’altra stupenda pagina di storia.
In esclusiva su MarsicaSportiva.it, a raccontarci le emozioni di questa avvincete stagione, le parole di Giacomo Cesareo, allenatore del Canistro.
“Domenica scorsa per me si è conclusa la prima stagione da mister e, forse, – ci spiega – ancora non realizzo cosa siamo riusciti a fare con il mio gruppo di ragazzi e con la società Fcd Canistro. Se penso agli ultimi giorni dello scorso luglio, e a come è nata la cosa, mi viene da sorridere. Un gruppo di amici – continua – che si incontra e decide di voler ridare una squadra di calcio al nostro amato paese. Un paese che per storia e tradizione non può farne a meno. Un’iniziativa, di sicuro – confida – non priva di ostacoli: dovevamo trovare i fondi necessari per portare avanti un intero campionato e, soprattutto, ascoltare tutti i ragazzi del nostro paese per vedere quanti di loro erano disposti a mettersi in gioco con noi.
Da lì il mio compito. Assumere il ruolo di allenatore, visto che negli anni precedenti mi ero già occupato di seguire la squadra della vecchia società dal punto di vista atletico.
Sapevo di essere circondato da persone serie e affidabili che non mi avrebbero mai lasciato da solo nell’affrontare questa nuova esperienza.”

 

Giacomo, quanto l’esperienza da allenatore ti ha cambiato?

“Un cammino che mi ha arricchito come persona e mi ha trasmesso nuovi valori.
All’inizio pensavo che bastasse occuparsi solamente di seguire i ragazzi dal punto di vista tecnico e fisico ma, con il passare dei giorni, mi sono reso conto che l’aspetto più importante da curare era quello psicologico e relazionale. Mi sono impegnato cercando soprattutto di creare un rapporto basato sul rispetto reciproco. Naturalmente, com’è normale che sia, di difficoltà ne ho incontrate tante, ma quella che mi mandava più in bestia era arrivare agli allenamenti e trovare solo pochi ragazzi pronti ad allenarsi.”

 

Dal punto di partenza al punto di arrivo però, correggimi se sbaglio, la situazione è andata in crescendo, giusto?

“No, non sbagli. Ti racconto, a riguardo, un episodio che forse è stata la chiave per raggiungere la qualificazione ai play-off. Era la settimana prima dello scontro in casa contro il Forme, venivamo da una serie di partite non positive e il mercoledì precedente la sfida non siamo riusciti ad allenarci perché non c’era nessun ragazzo, salvo 3 o 4.
Vado dunque il venerdì agli allenamenti e negli spogliatoi decido di non parlare. Esco subito e inizio una sessione di allenamento davvero molto dura sotto il punto di vista fisico, facendo pesare loro, ad ogni lamento, i giorni in cui non si erano allenati. Contro il Forme portiamo a casa i tre punti! Da lì capiamo che potevamo essere noi a decidere che tipo di finale di campionato volevamo fare. Così siamo riusciti nell’ultima giornata a strappare l’ultimo pass disponibile per entrare nei play-off, raggiungendo un grande traguardo.”

 

A quanto pare ha funzionato!

“Sì. Da qui è scattato un altro meccanismo nella mia testa e in quella di uomini di calcio come Enrico Coco (il mio Oriali), Angelo Mariani e Vincenzo Verenziani (Galliani e Facchetti): ci siamo detti ‘perché non provare a vincere?!’
Come è finita lo sappiamo tutti e non smetterò mai di ringraziare i miei giocatori che, alla fine, ci hanno dato veramente tanto. Tutti. Sia chi è sceso in campo, sia chi è rimasto in panchina a tifare e incoraggiare per tutti i 180 minuti giocati nelle due sfide contro due ottime compagini come Pero Dei Santi e Plus Ultra.”

 

Alla luce di tutto questo qual è il bilancio personale di Giacomo Cesareo?

“Mi posso ritenere fortunato ad aver avuto un gruppo così. Fortunato di aver allenato Giancarlo Fontana, il mio capitano fin da quando facevo gli allievi alla Nuova Avezzano Calcio; Sandro Persia, il più vecchio del gruppo eppure capace di entusiasmarsi come un bambino; Ugo Coco e Jacopo Antonini, amici da una vita e compagni di mille battaglie; Nico Persia che ha avuto il coraggio di diventare il presidente più giovane della categoria; di aver vinto la sfida con bomber Bianchi che ho voluto fortemente in rosa; di essere riuscito a trasmettere grinta e cattiveria agonistica a Giammarco Vitale; di poter contare su due portieri come Valerio Cattenari e Alessandro Natalia; di avere in squadra gente di esperienza come Maurizio Bisegna, Ivan Persia e Alessandro Gialli; di poter puntare sulla tenacia di Antonio Vitale e Francesco Mariani; soddisfatto della voglia di imparare dei più giovani, per età o calcisticamente parlando; di Antonio Iodice, Luca Dabruzzo, Luca Mariani, Giancarlo Mariani, Denis El Mekki, Davide Colucci, Mirko Di Paolo e Matteo Mariani.

In conclusione, permettermi di dire grazie anche ad Achille Mariani (biologo nutrizionista dello sport) e Matteo Della Torre (fisioterapista) che hanno messo a disposizione la loro professione per assistere i miei ragazzi.
Vorrei dedicare questa vittoria a tutti coloro che ci hanno sostenuto ma, soprattutto, a mia cugina Veronica… Da lassù ci ha dato una grande mano e per ognuno di noi è stata veramente il 12º uomo in campo.
Ci tengo anche a ricordare il mio amico Emanuele De Michele. Non dimenticherò mai che fu il primo a credere in me come allenatore… Grazie perché se a 28 anni ho deciso di prendermi questa responsabilità è perché risuonavano nella mia testa ancora le sue parole!
Infine, ma non per ultimo, voglio ringraziare te e MarsicaSportiva.it per aver dato voce a questo campionato di terza. Grazie soprattutto a te che mi hai seguito per un intero anno. Complimenti e spero che sarà così anche il prossimo!”

 

Cambiamento. Questa è una delle parole che, negli ultimi anni, sta, a velocità supersonica, sconvolgendo il mondo. Cambiamento, progresso. Già il progresso. Quello che genera l’evoluzione. Quello che ci dona la possibilità di migliorarci imparando dai nostri errori. Quello che ci dà la forza, anche quando tutto sembra insensato, di guardare avanti. Lentamente ma senza sosta. Il progresso. Il futuro. Un futuro fatto di nuove sfide. Nuove errori da immagazzinare. Nuove sconfitte da metabolizzare. Quello stesso futuro che, poi, però, sa darci la possibilità di vivere il presente. Un presente capace di donarci consapevolezza. Capace di darci la possibilità di scrivere una nuova pagina della nostra storia. Una pagina, come quella appena redatta dagli amici rovetani, fatta di fusione. Giovani e senatori. Futuro e passato.
Prendete penna e calamaio, allora, ci sono pagine che hanno il dovere di essere riempite. D’altronde “the show must go on”.

 

Alex Amiconi

 

Da @MarsicaSportiva.it

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