IL CASO “VIA CORNELIO DI MARZIO”: NUOVE CONTESTAZIONI

Castellafiume. Ancora polemica per la via “Cornelio Di Marzio” nella frazione di Pagliara dei Marsi. I residenti sono ormai logori dalle continue rotture della targa che da il nome alla via. Ricordiamo per chi non lo sapessi che Cornelio Di Marzio fu si un grande poeta e scrittore ma anche uno dei 100 promotori e firmatari delle leggi razziali, e inoltre un esponete del regime fascista. Per dare corpo al caso si deve prima fare ritorno al 2012, quando un gruppo di cittadini di Pagliara, supportati dal parroco Monsignor Ezio Del Grosso, fecero una raccolta firme per dedicare la via al concittadino “poeta e scrittore Cornelio Di Marzio”. D’altro canto altri cittadini della frazione si prodigarono alo stesso modo per far si che la stessa non fosse dedicata al “fascista Cornelio Di Marzio”. Il fatto è chiaro: da un lato si lodavano le qualità letterarie mentre dall’altro non si voleva dare spicco ad un esponete del partito fascista. A loro favore i pro-Di Marzio documentarono, con racconti storici, che il letterario in cuor suo era in realtà un liberale convito e contestatore dei movimenti fascisti e nazisti del tempo. Fatto sta che la firma sulle leggi razziali e la conseguente attuazioni delle stesse portano anche il nome di Cornelio Di Marzio. Per tale motivo Quirino Ricci, sindaco di Castellafiume nel 2012, si rifiutò di portare a termina la dedica. Anche l’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) si prodigò nel contestare tale messa in atto. La targa fu comunque eretta dal nuovo sindaco Aurelio Maurizi. “In un paesino in cui molte delle strade sono scritte sui muri a vernice su fondo bianco”, affermano gli esponenti dell’Anpi, “questa è stata collocata su un palo con una bella targa di pietra”. Cornelio Di Marzio, secondo L’Anpi, è stato un personaggio di spicco del fascismo e uno dei 100 “firmatari” delle ignominiose leggi razziali. “Questo”, spiegano dall’Anpi, “è sicuramente molto più rilevante nella vita di Cornelio Di Marzio di quanto lo siano stati i suoi scritti ai più sconosciuti”. A favore dell’Associazione, e quindi contrario alla di fesa dei pro-Di Marzio, c’è la documentazione, riportata anche da vari enciclopedie, che Cornelio Di Marzio ha aderito al movimento fascista prendendo parte a varie spedizioni punitive, fondando nel 1920 i primi fasci della Marsica e divenendo segretario politico del fascio di Avezzano e della federazione fascista marsicana. La domanda è lampante: si può dedicare una via, una piazza, o un qualsiasi altra proprietà comunale ad un uomo che era convinto sostenitore del partito fascista che per legge ora è vietato in Italia per motivi che tutti noi conosciamo? Oltre tutto è giusto farlo se gran parte della cittadinanza è contraria? La faccenda sarà lunga e complicata, e probabilmente via Cornelio Di Marzio farà ancora parlare di se.

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