IL FUCINO CHE FA LAVORARE MIGLIAIA DI PERSONE CON PRODOTTI DI ECCELLENZA, SPESSO AL CENTRO DI POLEMICHE STRUMENTALI

La piana del Fucino occupa, in maniera diretta ed indiretta qualcosa come 10 – 12 mila persone (dati Confagricoltura), rappresentando una quota importantissima del PIL regionale.

Alcune settimane fa, in tutta l’area fucense è stata condotta una vasta operazione mirata al controllo della regolarità dei lavoratori e diverse aziende sono state passate al setaccio. Un intervento che ha provocato una serie di polemiche e prese di posizione soprattutto in merito ad alcuni dati, ufficiosi, che ne sono scaturiti.

“Non hanno arrestato nessun caporale”, ha commentato Stefano Fabrizi di Confagricoltura, “la cosa che francamente non si capisce sono i dati che hanno buttato lì a caso. Il primo, dopo i controlli, si è parlato del 50 % di braccianti irregolari, oltre tremila lavoratori, il giorno seguente la quota si è trasformata nel 25% e sono convinto che quando si perfezioneranno le indagini, a fine anno, le percentuali saranno di gran lunga inferiori”.

Fabrizi ha evidenziato ad esempio, che in un’azienda di un loro associato, su 100 dipendenti uno è risultato non regolare, così come anche in altre realtà dove addirittura un piccolo imprenditore agricolo è stato sanzionato perché aveva il suocero a lavorare con lui.

“In alcuni casi può accadere che i lavoratori, possano portare con sé un amico per fargli guadagnare un compenso giornaliero, fatto che potrebbe sfuggire all’imprenditore”, prosegue, “ma da qui a delineare un quadro di una piana dove il lavoro nero è una prassi ce ne passa parecchio ed inoltre non corrisponde a verità”.

E anche accaduto che un imprenditore di Celano, controllato appena 15 giorni prima e risultato in regola su tutto, è stato ricontrollato, facendogli perdere un altro giorno di lavoro.

“Innanzitutto c’è da dire che gli agricoltori molto spesso vengono considerati come dei delinquenti”,  aggiunge Fabrizi, “cosa che non è affatto veritiera, nel Fucino e questi si sono dati reali, nel 2015 sono state passate al setaccio 190 aziende, 2.853 dipendenti trovandone irregolari 7”. Fabrizi mette in evidenza che i controlli si devono fare e nessuno li contesta, ma vi sono situazioni molto più gravi da verificare, come quelle ad esempio dei contratti fittizi formalizzati da aziende agricole che di fatto non esistono. “Noi come Confagricoltura abbiamo sempre denunciato tali situazioni, che danneggiano non solo lo Stato, ma soprattutto i veri imprenditori agricoli che ogni giorno lavorano sodo, per vedere i loro prodotti, che peraltro hanno i marchi Igp e Dop, essere protagonisti come lo sono nel mercato nazionale ed internazionale”.     

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