IL MISTERO DELLA COLONNA DI MILITARI DEL TERZO REICH SCOMPARSA NEL NULLA

ENTRARONO IN UN BOSCO NELLA VAL SABBIA, NON SONO PIU’ TORNATI

Una colonna di mezzi militari tedeschi degli anni ‘40 partita da Lonato, in provincia di Brescia, venne ritrovata in un bosco più di settant’anni dopo, senza alcuna traccia dei suoi membri, misteriosamente scomparsi nel nulla, nel silenzio della Val Sabbia, nessun resto di corpi, nessuna traccia,vicino al piccolissimo comune di Magasa. Quella zona, e soprattutto il lago di Garda,, negli ultimi mesi della fine della Seconda Guerra Mondiale fu un punto cruciale delle fasi finali del Terzo Reich. Sulle sponde del Benaco infatti, numerosi ufficiali tedeschi trattarono segretamente la resa con i servizi segreti americani dell’Oss, garantendosi così un salvacondotto per il dopoguerra. La più celebre fu l’operazione Sunrise, operazione con cui alcuni gerarchi nazisti si garantirono un una via di fuga verso la Germania in cambio di collaborazione con le forze Alleate. Oggi i punti oscuri restano tanti. Uno di questi episodi, la cui verità è rimasta ancora segreta si svolse nei giorni compresi tra il 26 e il 27 aprile del 1945, quando una colonna meccanizzata composta da una dozzina di mezzi della Flak, unità militare tedesca, lasciò Lonato del Garda e si addentrò senza un preciso motivo nei boschi della vicina Valsabbia, non c’era motivo per questo cambio di rotta. Arrivati nel bosco di Magasa, i militari nazisti si imbattono con buone probabilità in uno sbarramento partigiano che fece fuoco. Dei soldati tedeschi, da allora, non rimase più alcuna traccia fino agli inizi del Duemila, quando qualcuno trovò per caso le carcasse dei mezzi militari: Le carcasse della colonna si trovavano oggi al termine di uno scosceso pendio, ingoiate dalla vegetazione. Perché non esista una memoria storica su quel manipolo di soldati, una testimonianza, ancora non è chiaro, ma il nodo più  avvolto dal mistero resta ancora quello del tracciato. Che lo zoppicante esercito nazista in ritirata cercasse di portare con sé tesori italiani, e facesse di tutto per portare in salvo i suoi esponenti più importanti non è un mistero: “Anche a Desenzano ci sono diverse testimonianze che ricondurrebbero a casse piene d’oro all’interno delle mura del Castello della città, poco prima dell’abbandono dei comandi del Reich. Sappiamo poco in merito, ma qualche anno dopo, a guerra finita, un gruppo di tedeschi tornò proprio nell’edificio storico desenzanese per fare dei lavori non meglio precisati, si sospetta per recuperare qualcosa di nascosto. Cosa sia successo, ormai a tanti decenni di distanza, sarà praticamente impossibile da appurare.

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