IL MONDO INCANTATO DEI DELFINI

INTELLIGENTEMENTE UMANI

I delfini comunicano tra loro, in maniera più complessa di quanto pensiamo. Del resto, sono animali che vivono in gruppi, si coordinano per cacciare e sembra riescano a tramandarsi informazioni, in una sorta di “insegnamento” dagli esemplari più anziani ai più giovani.

In uno studio nel Mar Nero, i ricercatori hanno individuato cinque suoni diversi, quasi “parole” di una “lingua” condivisa da questi animali, il cui esatto significato però è ancora sconosciuto. Le emissioni erano formate dai tipici “click” e “fischi”. Come spiegato dal dott. Vyacheslav Ryabov, coordinatore della ricerca, lo scambio di suoni osservato – tra un esemplare maschio e una femmina – ricordava le modalità di una conversazione umana, tra l’altro piuttosto educata: i due delfini non si sovrapponevano mai, ma aspettavano sempre che l’altro avesse finito di comunicare.

I delfini, animali sorprendenti, affascinano l’umanità da tempi lontani con il loro comportamento complesso. Agili, veloci e dotati di un’intelligenza particolare, per gli antichi Greci erano creature dal carattere divino, che aiutavano i naviganti e i naufraghi; secondo un mito, un delfino avrebbe salvato il musicista Arione di Metimna.

Anche oggi, in un mondo che non vive più di miti e leggende, il delfino continua a stupire e incuriosire: è la scienza, ora, a mettere in evidenza le sue capacità fuori dal comune. Sappiamo infatti che la sua corteccia cerebrale è particolarmente sviluppata.

Sono numerosi i casi in cui un delfino è riuscito ad apprendere nuove abilità in poco tempo, grazie all’addestramento umano o alla semplice esperienza.

Ad esempio, la ricercatrice Diana Reiss, docente di Psicologia all’Hunter College di New York, ha dimostrato che i tursiopi, un tipo di delfini, riuscivano a riconoscersi allo specchio. Gli animali imparavano a servirsi dello strumento per osservare il loro corpo, proprio come un essere umano.

Sempre alcuni tursiopi, nella Shark Bay in Australia, sono stati osservati mentre utilizzavano delle spugne marine come una sorta di maschera protettiva. Le applicavano infatti sul muso mentre cercavano il cibo sul fondale. Sembra che siano addirittura in grado di insegnare questa abilità ad altri loro simili.

I suoni emessi dai delfini non rappresentano solo il loro linguaggio, ancora misterioso. I “click” sono utilizzati come un vero e proprio strumento di orientamento e di ricerca del cibo, attraverso il processo chiamato ecolocalizzazione. In pratica, il delfino riesce a percepire quando le onde sonore dei suoi versi, incontrando un pesce o un ostacolo, tornano indietro in una sorta di eco.

Riesce così a orientarsi verso il nutrimento, o lontano dagli ostacoli, grazie a una specie di…gps naturale!

Sembra che i delfini riescano a provare empatia, ossia a capire cosa sta provando un loro simile. Hanno infatti dimostrato di essere capaci di comportamenti altruistici.

Ad esempio, alcuni esemplari sono stati osservati mentre aiutavano i compagni feriti o deboli, spingendoli verso la superficie affinché potessero respirare. Trattandosi infatti non di pesci ma di mammiferi marini, i delfini devono periodicamente respirare fuori dall’acqua. La loro capacità di apnea è di circa 15 minuti.

Sono noti anche episodi in cui i delfini hanno aiutato esseri umani in difficoltà, proteggendoli dagli squali o salvandoli dall’annegamento (come avvenne nel 2000, quando il delfino “Filippo” di Manfredonia soccorse un ragazzo caduto in mare).

È stato ipotizzato perfino che gli evoluti animali marini rivolgano particolari attenzioni alle donne incinte, riconoscendo la presenza del feto grazie al loro “sonar naturale”.

Questa attitudine “altruistica” rappresenta una ragione in più per rispettare e tutelare le straordinarie creature, minacciate da fattori come l’inquinamento e la caccia di cui sono vittime in alcune zone.

 I delfini e tutti gli altri cetacei sono specie ‘rigorosamente protette’ dalla legislazione comunitaria che fin dagli anni ‘90 ha introdotto il divieto di uccisione deliberata, cattura, uso e consumo  di  tutti i delfini nelle acque europee. Purtroppo i delfini rinchiusi nei delfinari italiani non possono beneficiare di questa protezione perché sono stati catturati in acque marine fuori da quelle europee o sono nati nei delfinari, in Italia o all’ estero, e quindi fin dalla nascita sono considerati ‘oggetti’ di proprietà di queste strutture a finalità commerciale. Possiamo parlare di un “doppio standard”, in quanto nell’Unione Europea i delfini a mare sono protetti rigorosamente mentre quelli nei delfinari possono essere sfruttati da società a scopo di lucro. Per quanto riguarda l’ importazione di  delfini da paesi extra-comunitari,  nonostante il Regolamento UE CITES del 1997 proibisca l’importazione di cetacei vivi a scopi primariamente commerciali, a partire da quella data  molti animali sono stati importati e usati nei delfinari. Le statistiche indicano che tra il 1979 e il 2008 sono stati importati nell’Unione Europea 285 cetacei vivi.

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