Ingegnere a 600 euro al mese, bufera sul web, ecco come è andata

Nasce da un’indignazione generale la bufera che in queste ore, sul web, ha coinvolto il sito dalla società Dimensione. La stessa, infatti, si sta muovendo, in questi giorni, per la ricerca di un ingegnere edile/civile, con un’ottima conoscenza del francese e disponibilità per trasferte in Svizzera. A scatenare l’ira degli utenti dei vari social network, però, è stata l’offerta di una retribuzione netta di 600 euro al mese più ticket restaurant per ogni giorno di lavoro.
“E’ uno stage d’ingresso di sei mesi, -precisa Mauro Gatti, consigliere di amministrazione del gruppo che ha sede a Grugliasco (Torino) – che può essere convertito poi in apprendistato. Tutto nel pieno rispetto della normativa di legge nazionale e regionale. L’azienda – spiega – ha 160 dipendenti con circa il 90% dei quali con un contratto a tempo indeterminato. Il tasso di conversione degli stage in contratti di apprendistato è dell’85%. Il tasso di conferma di questi contratti di apprendistato, insomma, – conclude – è superiore al 95%. Consideriamo l’investimento in risorse umane – ribadisce, infine, -un asset chiave per la società”.
Nel frattempo, comunque, l’annuncio sul sito dell’azienda è stato leggermente modificato. La durata del contratto, dunque, resta di sei mesi mentre per lo stipendio, testualmente, si dice che sarà “in linea con la retribuzione prevista dalla normativa regionale”.
Una situazione, questa, come era prevedibile, che ha acceso non pochi riflettori. Lo stesso Giovanni Paglia, deputato di Sinistra Italiana-Possibile, ha presentato una interrogazione parlamentare al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. “E’ una cosa incredibile – osserva – su cui è necessario l’intervento del ministro, anche tramite ispezione, per verificare la correttezza dei rapporti di lavoro e degli inquadramenti contrattuali presso il gruppo Dimensione”.
In attesa di chiarimenti, nel frattempo, riecheggiano, sempre più assordanti, commenti che citano la pungente ironia di Checco Zalone: “Tanto in Italia studiare non serve a un caxxo!”.

Alex Amiconi

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