ISTITUTO IPSIAS ‘DI MARZIO – MICHETTI’ SU SECONDO APPUNTAMENTO GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

“I numeri dei casi di violenza contro le donne sono spaventosi: 92 omicidi in Italia solo nei primi dieci mesi dell’anno; almeno il 31 per cento delle donne tra i 16 e i 70 anni che ha subito violenza almeno una volta nella vita e almeno una persona ogni 15 che è stata testimone diretta o indiretta di un caso di violenza di genere.

Pochi dati per capire che siamo di fronte a un’emergenza in crescita e che va fermata, innanzitutto con la denuncia e parlando, perché anche chi sa e tace diventa complice”. È l’appello unanime arrivato oggi dalle Istituzioni, mondo dell’Associazionismo, della Scuola e Forze dell’Ordine, nel secondo appuntamento con l’evento ‘Non farti calpestare…il Fiore sei tu’, contro la violenza sulle donne promosso dal Movimento per la Vita di Pescara – Sportello Antiviolenza e svoltosi nell’Aula Magna dell’Istituto Professionale di Stato ‘Di Marzio – Michetti’. L’iniziativa ha visto coinvolte le classi terze, quarte e quinte e sono stati centinaia gli studenti che, già dalle 10, si sono avvicinati al Camper Rosa parcheggiato nel cortile della scuola, la postazione mobile della Polizia di Stato composto da un’équipe multidisciplinare, che periodicamente staziona nei luoghi di aggregazione sociale e culturale, non solo per fare informazione e sensibilizzazione, ma anche per raccogliere eventuali segnalazioni.

Ad aprire la giornata sono stati dieci secondi di raccoglimento e di silenzio dedicati a tutte le donne vittime di femminicidio, a quelle che sono morte, ma anche a chi è sopravvissuto e deve ricostruire da zero la propria esistenza, quindi sono partiti gli interventi delle Istituzioni, con i saluti del docente moderatore Giuliano Natale e del Presidente del Movimento per la Vita Maria Gina Fratalocchi, alternati ai filmati della Polizia sul tema della violenza di genere. “I numeri – ha sottolineato il consigliere regionale Vincenzo D’Incecco – devono indurci a una riflessione seria che ci accompagni durante tutto l’anno, non solo nelle ricorrenze di giornate mondiali. Il primo modo per contrastare il fenomeno è sicuramente quello di denunciarlo, sconfiggendo la paura e la cultura del timore e oggi grazie agli Sportelli Antiviolenza dobbiamo aiutare e affiancare le vittime”, e a tal proposito l’assessore comunale delegato Adelchi Sulpizio ha annunciato “l’istituzione del Progetto EVA nato proprio per accompagnare il reintegro nel mondo del lavoro di quelle donne che hanno subito una violenza e devono rientrare nella società innanzitutto attraverso l’indipendenza economica”. “Le giornate di incontri e dibattito – ha detto il Dirigente del Liceo Scentifico ‘Da Vinci’ di Pescara Giuliano Bocchia – servono a far cadere le maschere che spesso indossiamo anche a scuola, nelle classi, dov’è difficile leggere veramente la sofferenza nei cuori degli studenti o anche di qualche docente, eppure pensiamo che oggi almeno una persona su 3 ha subito una qualunque forma di violenza, uno schiaffo, un pugno, o anche un’aggressione verbale o psicologica. Ai ragazzi dico di ricordare che non c’è mai nulla di male nel fare un passo indietro dinanzi a una donna, anche a farsi urlare in faccia da una donna. Il male è nel ferirla, nella mente o nel fisico”. Quindi la parola ad Annarita D’Urbano, Presidente e fondatrice dell’Associazione ISIDE – Insieme alle Donne nell’Essere, che ha raccontato la propria drammatica esperienza di donna abusata e vittima di violenza da parte dell’ex marito, ma sopravvissuta: “Anch’io distrattamente sono spesso caduta sul pugno del mio ex marito e oggi, se potessi chiedere al mio bambino morto per un calcio nella pancia quando ero incinta di due mesi, se quello fosse amore, sicuramente mi direbbe che era un ‘amore malato’. Tre sono le parole per uscire dall’inferno della violenza: dignità, denuncia, rispetto. Purtroppo le donne vittime di violenza perdono la dignità, scendono nel gradino più basso della vita, ecco perché hanno bisogno di aiuto, di supporto, e chi è a conoscenza di ‘casi’ di violenza ha il dovere di non girarsi dall’altra parte. Oggi Iside sta assistendo 7 donne, che non lasceremo mai sole, e ci rendiamo conto che, se le ferite fisiche guariscono, quelle psicologiche non ci abbandoneranno mai”. “I numeri sono chiari – ha detto l’Ispettore Superiore della Questura di Pescara Cinzia Di Cintio -: una persona ogni 15 utenti è vittima diretta o indiretta di violenza di genere che colpisce una persona quando la stessa è incapace di gestire il rapporto con chi avverte come diverso da sé. Se dignità, rispetto e denuncia sono le tre chiavi per uscire dall’inferno, noi aggiungiamo anche la consapevolezza che è fondamentale per riconoscere e capire innanzitutto di essere vittime o testimoni di violenza. E la collaborazione di tutte le Istituzioni è vitale perché la Polizia accoglie chi si rivolge a noi per chiedere aiuto o consiglio, ma per aiutare prima dobbiamo riuscire a entrare nelle famiglie, e spesso il carnefice è un padre, un fratello, un insegnante. E il ruolo della scuola allora è strategico perché in classe si raccontano anche verità di cui non si riesce a parlare a casa, e l’insegnante dev’essere dunque formato, preparato, pronto a intercettare i segnali di malessere”. Sono stati poi l’Ispettore del Nucleo Operativo della Questura di Pescara Francesca Zuccaro e il Sovrintendente della Questura Landi a illustrare ai ragazzi gli strumenti di difesa e tutela contro i casi di violenza di genere. “Ripeteremo sicuramente l’iniziativa  – ha aggiunto il professor Natale – necessaria per incrementare il livello di consapevolezza, di coscienza dei ragazzi, affinchè siano pronti a trasferire l’esperienza nelle proprie famiglie”.

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