Le vie di San Francesco, il racconto – Giorno 4 – Gubbio

Vista della Chiesa di San Giovanni Battista a Gubbio (PG)

Questa mattina mi sono svegliata pensando che sarà una giornata speciale e diversa da tutte le altre che abbiamo trascorso durante questo viaggio.
Infatti, il consorzio Francesco’s Way propone fra i vari pacchetti disponibili per andare alla scoperta delle vie di San Francesco, un percorso di una settimana che tocca varie città ma che dedica un giorno intero a Gubbio, ed è quello che ho scelto di fare insieme ai miei amici. Altri pacchetti includono spostamenti in bicicletta, soggiorni più lunghi o anche semplici weekend, trovate tutte le opzioni disponibili qui www.umbriafrancescosways.eu.
A differenza delle altre giornate che prevedono lunghi spostamenti a piedi per raggiungere i vari centri abitati, la tappa di oggi si svolgerà interamente a Gubbio. Preparo rapidamente l’occorrente per stare fuori tutto il giorno: non dovendo viaggiare a piedi posso dare un po’ di riposo alla schiena e portare con me solo una piccola borsa a tracolla con l’indispensabile. Raggiungo il resto del gruppo, intento a chiacchierare nell’attesa che tutti siano pronti, e partiamo alla scoperta di questa suggestiva città.
L’aspetto più significativo di questo luogo, nell’ottica del nostro pellegrinaggio, risiede nel fatto che Gubbio fu la città che il santo scelse per iniziare la sua nuova vita, dopo aver deciso di rinunciare a tutto ciò che possedeva, spogliarsi delle sue ricchezze materiali e andare incontro a un’esistenza fatta di rinunce, preghiera e assistenza ai più bisognosi. La storia narra che il giovane Francesco Giovanni Bernardone, figlio di un ricco mercante di stoffe di Assisi, decise dopo aver a lungo meditato di spogliarsi metaforicamente e fisicamente di tutto ciò che possedeva. Era una fredda giornata d’inverno del 1207, Francesco aveva solo 24 anni, e fece la sua scelta in pubblico, davanti al vescovo della città e a una folla attonita. Rimase perciò senza vestiti, e il vescovo provò a coprire le sue nudità con un drappo. Fu così che egli si avviò alla volta di Gubbio, coperto solo di stracci. Giunto alle porte della città fu accolto dal suo amico Giocomello Spadalonga e iniziò subito a rendersi utile nell’Ospedale di San Lazzaro, soccorrendo i lebbrosi e aiutando chiunque necessitasse di cure. Decise poi di tornare ad Assisi per provare ad aiutare i bisognosi nella sua città, e qui subito fu seguito dai primi confratelli.
Tornò a Gubbio più volte: nel 1213 gli fu donata la chiesa alle porte della città, Santa Maria della Vittoria, detta anche “la Vittorina”, una tappa immancabile per noi pellegrini. Si tratta di un edificio dall’aspetto semplice, risalente al 1200, con una facciata in pietra su cui è incisa la scritta “DEIPARAE AC IM(M)ACULATAE V(IR)G(IN)I MARIAE DICATV(M)” e una data “MDLXXXXV“, risalente al Cinquecento. Sempre sulla facciata principale, su una delle due lastre capeggia la dicitura “Qui Francesco placò la perniciosa Lupa”. Infatti questa chiesa deve la sua fama al fatto che proprio qui pare sia avvenuto il famoso incontro fra San Francesco e il lupo. La leggenda narra di un lupo selvaggio e molto aggressivo che si aggirava fra i boschi eugubini, dove il santo era solito ritirarsi in preghiera. Attirato dalla fame, il lupo era solito avvicinarsi alle mura della città, terrorizzandone gli abitanti, i quali si rivolsero a Francesco. Egli, durante una delle sue esperienze di preghiera, riuscì ad ammansire l’animale grazie al potere della meditazione, raggiungendo una sorta di compromesso per il quale il lupo smise di spaventare gli abitanti di Gubbio, a patto che questi lo sfamassero ogni giorno. Nacque cosi una specie di amicizia duratura, tanto che gli abitanti, ormai affezionati all’animale, furono enormemente dispiaciuti quando egli morì di vecchiaia qualche anno più tardi. Si

racconta anche che quella del lupo non è altro che un espediente narrativo, dietro al quale si nasconde la storia di un brigante che non perdeva occasione di derubare i suoi concittadini, ma con l’aiuto di San Francesco ottenne il perdono della comunità e fu reintegrato in società. Quello che resta certo, è che Francesco sapeva come parlare alla gente, come aiutare il prossimo mettendosi a disposizione di chiunque avesse bisogno di lui e dei suoi confratelli.

La visita a Santa Maria della Vittoria ha occupato tutta la mattinata, facciamo una sosta per il pranzo e per recuperare un po’ di energie. Alcuni di noi si sono fatti tentare da qualche ristorante in zona. Io e i miei amici invece abbiamo preferito un pranzo al sacco: l’Umbria è nota anche per i suoi salumi e insaccati; abbiamo perciò optato per dei panini arricchiti da salumi e formaggi vari veramente squisiti.

Dopo pranzo abbiamo riunito il gruppo e abbiamo proseguito nella nostra visita, con una sosta irrinunciabile alla chiesa di San Francesco della Pace, fino a poco tempo fa inaccessibile al pubblico. La piccola chiesetta ospita una grotta nella quale pare abbia vissuto San Francesco per un periodo della sua vita. Sempre qui è posizionata una lapide su un’urna che contiene le spoglie mortali del santo. La chiesa può essere visitata anche partecipando a itinerari più brevi, come il Percorso Fratello Lupo, della durata di mezza giornata, di cui si occupano i frati francescani presenti in città. Può essere una soluzione per chi ha poco tempo ma vuole comunque riuscire a vedere alcuni luoghi significativi che hanno segnato la vita di Francesco.

Anche questa giornata volge al termine, la sosta è stata utile non soltanto a visitare la città ma anche a dare un po’ di riposo alle gambe e alla schiena. Domani ci attende una tappa impegnativa: seguitemi per saperne di più!

 

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