LUCCIO DI SAN PIER DAMIANI (ricetta del 1050)

Nei 14 anni in cui fu priore di Fonte Avellana (1043-1057), Pier Damiani scrisse una regola molto rigorosa, basata su silenzio, preghiera, carità fraterna, obbedienza e lavoro. Il cibo previsto era poco e lo stesso priore cercava di dare il buon esempio al riguardo. In particolare, era del tutto vietata la carne. Un giorno medici gli consigliarono di prenderne un po’ perché era molto debilitato, ma Pier Damiani aveva preferito fidarsi della Provvidenza piuttosto che derogare alla regola. Ed ecco che in capo a qualche giorno era giunto del pesce in dono e aveva potuto cibarsene e riprendere le forze. Aveva voluto evitare la figuraccia di un certo monaco che, invitato a pranzo dal conte di Orvieto, si era lasciato fin troppo facilmente persuadere da questi a mangiar carne. Finché in tavola non era comparso un grande luccio, che il conte aveva celato in cucina per mettere alla prova la fedeltà del monaco alla regola; fedeltà che era risultata ben incrinata. Ingredienti:1 luccio di circa 800 g, 2 fette di pane toscano, ½ bicchiere di brodo vegetale,2 cucchiai di vino bianco, 1 limone, ½ cucchiaino di zenzero in polvere, 40 g di burro,½ bustina di zafferano, sale.Mettere a bagno nel brodo il pane fatto a pezzi, dopo averlo tostato per un minuto sulla brace o sotto il grill. Aggiungere il vino e il succo del limone diluito in una pari dose di acqua. Frullare il tutto fino a ottenere una crema vellutata da cuocere a fuoco lento per 15 minuti. Insaporire con lo zenzero e lo zafferano e regolare di sale. Lavare il luccio e tagliarlo in tranci abbastanza grossi. Asciugarlo, salarlo e cuocerlo su una brace molto delicata, girando un paio di volte, fino a che la carne risulta dorata. Servire il pesce ricoperto della salsa tenuta in caldo fino al momento di portare in tavola.

San Pier Damiani è stato un teologo, vescovo e cardinale italiano della chiesa cattolica, che lo venera come santo, proclamato dottore della chiesa nel 1828. Fu grande riformatore e moralizzatore della chiesa del suo tempo, autore di importanti scritti liturgi, teologi e morali. Fu uno dei migliori latinisti del suo tempo. Diceva di considerarsi Petrus ultimus monachorum servus (Pietro, ultimo servo dei monaci).

( a cura di Cicchetti Ivan)

 

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