LUCO DEI MARSI. CELEBRAZIONI PER IL 25 APRILE

La pioggia a tratti battente non ha fermato la sentita celebrazione, a Luco dei Marsi, del 78° anniversario della Liberazione. Dopo il raduno dinanzi al palazzo municipale, le Autorità civili, religiose e militari hanno reso omaggio alle Vittime di tutte le guerre e ai 33 Martiri di Capistrello, con la deposizione delle corone di alloro al monumento e alla lapide rispettivamente dedicati. “La libertà e la democrazia che hanno consentito al nostro Paese di crescere e prosperare affondano le radici nella Liberazione, nella lotta per l’affermazione di quei valori assoluti, poi trasfusi e sostanziati nella nostra Costituzione, difesi col sangue e il sacrificio di migliaia di vite. Sono questi ideali, questa lotta, quel sacrificio che oggi onoriamo, e sentiamo come dovere fondamentale vivificarne la memoria, ancor più nel momento in cui vanno via via a sparire i testimoni diretti degli eventi che hanno contribuito a disegnare il volto della nostra Italia, e con più forza alla luce di oscurantismi e revisionismi rimontanti”, ha rimarcato la sindaca Marivera De Rosa nel corso della cerimonia, accompagnata dal sindaco del Consiglio comunale dei Ragazzi dell’I.C. “I. Silone”, Alessandro Lauri, alla presenza del senatore Michele Fina, del vicesindaco Giorgio Giovannone, degli assessori Silvia Marchi, Claudia Angelucci, Mauro Petricca, con don Giuseppe Ermili, i rappresentanti del Gruppo Alpini di Luco dei Marsi e delle Associazioni locali e alcuni familiari delle vittime luchesi dell’eccidio di Capistrello. “ L’humus della nostra democrazia è stata, ed è, anche la consapevolezza di queste lotte, di questa storia, e dell’eroismo di quanti hanno saputo riconoscere e combattere l’aberrazione di regimi liberticidi e criminali, scegliendo di combattere per l’affermazione di quei valori. Le conquiste di libertà e le garanzie di cui oggi godiamo le hanno pagate per noi, per tutti, i Partigiani che, pur di diversa ispirazione politica, sono stati accomunati nella battaglia contro il nazifascismo. É grazie al loro coraggio, che oggi possiamo essere orgogliosi della nostra storia, del nostro Paese, delle nostre istituzioni democratiche. Celebriamo questo giorno per ricordare che l’Italia riconquistò la libertà, rialzando la testa dalla dittatura, ma anche per aver ben presente che l’inestimabile pace e il benessere che viviamo sono figli di quella lotta, della Resistenza, che ci ha restituiti alla storia, e al futuro che sarebbe venuto, riscattati dal giogo nazifascista e da complicità irrimediabili”, ha concluso la Sindaca, che ha poi ricordato i nomi delle vittime dell’eccidio di Capistrello. “Le commemorazioni, nel tempo, rischiano di diventare un po’ rituali, di non toccare più la “pelle viva” delle persone, tanto più si allontana, negli anni, il fatto storico”, ha sottolineato il senatore Michele Fina, “Non sentiamo più il rischio, concreto, che possa accadere quanto è già accaduto. Non percepiamo quanto questo sia un momento che serve al presente, al futuro, perché il rischio di perdere queste conquiste democratiche, pagate col sangue, è reale. E non serve guardare ai luoghi che, pure a breve distanza da noi, vivono una guerra, ma anche a Paesi, europei, che sono stati democratici e che oggi regrediscono. Come regrediscono? Con un’erosione inizialmente quasi impercettibile delle libertà, dei diritti, uno ad uno, con le motivazioni più disparate. Magari comincia ad essere incombente il potere politico su quello giudiziario, cominciano ad essere minori la libertà di espressione, di dibattito, magari per motivi legati alla sicurezza nazionale… C’è sempre una qualche giustificazione, per l’eliminazione dei diritti, è solo che questa erosione diventa un elemento di assuefazione. I più lo percepiscono come un naturale addomesticamento, persino come un modo per risolvere altri problemi. Accade, ed è per questo che occorre essere vigili, perché quello che ieri si chiamava fascismo o nazismo, domani o oggi può chiamarsi in un altro modo, ma l’effetto è comunque lo stesso, si comprimono via via i diritti individuali e si scivola verso la violenza, fino a che anch’essa diventa qualcosa ritenuto “normale”, possibile. Lo abbiamo visto anche dalle cronache recenti, si tende a giustificare. Per questo, Il dovere di queste giornate è quello di rendere vivido il ricordo, fare presenza viva di questa straordinaria eredità di valori e di conquiste che la Resistenza ci ha consegnato, un’eredità inestimabile e insostituibile, insieme alla memoria di quanti hanno combattuto per l’affermazione di essi. Questa eredità va preservata gelosamente e trasferita”, ha chiosato il senatore Fina, “E fin quando saremo in grado di farlo, non vi sarà il rischio che i loro nomi e il loro esempio siano dimenticati, o che il loro sacrificio sia stato vano”. A siglare la cerimonia, le note di “Bella Ciao”.

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