MAFIA DEI PASCOLI IN ABRUZZO. IL PD DI SULMONA IN PRIMA LINEA NEL CHIEDERE LA PROMULGAZIONE DI UNA LEGGE CHE CONTRASTI IL FENOMENO

E’ notizia di questi giorni dell’ennesima vicenda che vede coinvolti i pascoli delle nostre montagne sfruttati da imprenditori del Nord senza scrupoli con finte “transumanze” di bestiame per intascare milionari rimborsi da parte della Comunità Europea.

Il meccanismo è ben noto e noi siamo stati i primi a denunciare tempestivamente il fenomeno che va sotto il nome di “Mafia dei pascoli”, investendo della questione la competente commissione europea con una interrogazione dell’On.le del PD, Cozzolino. L’iniziativa ebbe, tra l’altro, rilievo nazionale attraverso un servizio di RAI Uno che ben descrisse quanto avveniva sulle nostre montagne nella indifferenza, quanto non connivenza, delle Amministrazioni interessate.

Oggi ci è pervenuta la risposta a quella interrogazione, e, nel prendere atto che è demandato al Parlamento di ogni singolo Paese membro della Comunità disciplinare legislativamente la materia, come Circolo di Sulmona impegneremo il Partito Democratico a promuovere tutte le iniziative utili affinché venga finalmente promulgata una legge che ponga fine a questo immondo mercato. Ciò a salvaguardia di quelle categorie di lavoratori – agricoltori ed allevatori onesti che vogliono essere tutelati nel loro lavoro – e di un territorio che di tutto ha bisogna tranne che di una subdola infiltrazione malavitosa, foriera di un ulteriore degrado socio-economico che è alla base del progressivo spopolamento dei nostri monti.

Alleghiamo la risposta all’interrogazione fatta pervenire ieri dallo stesso Onorevole Cozzolino che per primo ha voluto farsi carico del problema da noi segnalato già nel giugno 2019.

Sulmona, 14/01/2020                                                                Circolo PD di Sulmona

                                                                                        Il Segretario F. Casciani

“Nell’contesto della gestione concorrente, spetta agli Stati membri valutare l’ammissibilità degli agricoltori ai pagamenti diretti.

Il quadro giuridico vigente lascia agli Stati membri una certa flessibilità nell’attuazione delle norme in materia di pagamenti diretti, incluse, tra le altre, quelle relative agli agricoltori in attività, agli ettari ammissibili, all’attivazione e al trasferimento dei diritti all’aiuto e alla convergenza del valore di questi ultimi. Disposizioni specifiche circa il sistema integrato di gestione e di controllo consentono agli Stati membri di affrontare i casi di violazione della normativa.

Quanto all’acquisto e alla locazione di terreni, tali aspetti sono disciplinati dal diritto nazionale ed esulano dall’ambito di applicazione della politica agricola comune (PAC)”.

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