Meteo. Correnti artiche e “Adriatic Snow Effect”. Ecco che cos’è

Meteo. L’Adriatic-sea Snow Effect o Adriatic Effect Snow (effetto ASE) di cui vi ho parlato negli scorsi aggiornamenti meteo, è avvenuto nella giornata di oggi, martedì 24 Marzo 2020. Il fenomeno atmosferico si verifica in Inverno e può accadere anche a fine Autunno e in Primavera, quando, le masse d’aria molto fredda provenienti dall’Artico, attraversano il continente asiatico e europeo, dunque hanno origini già di per loro di estrazione continentale (russo-siberiana). Le correnti d’aria si generano quando l’aria gelida si muove verso l’Europa orientale e i Balcani, scavalca gli altopiani balcanici e si espande sotto forma di venti freddi nord-orientali, di Bora dopo aver valicato le Alpi Giulie (sull’alto Adriatico) e di Grecale sul medio e basso Adriatico. Le correnti d’aria fredda, più densa e pesante, sorvolano la superficie del Mare Adriatico più mite nel semestre freddo e ne assorbono umidità fungendo da spugne. Si formano dunque moti ascensionali d’aria più calda (ossia più leggera) che innescano, per raffreddamento adiabatico nell’ambiente freddo da avvezione artica, nuvole cumuli, nembostrati e cumulonembi. L’origine dei moti convettivi e delle conseguenti imponenti nubi cumulonembi a base bassa, sono dovute al gradiente termico verticale, innescato dai contrasti termici che si hanno dall’incontro della superficie marina molto mite e l’aria gelida che la sovrasta. L’effetto ASE, prende il nome dal fenomeno canadese e americano, il quale si ha quando una massa d’aria fredda di origine artica sorvola la calda superficie dei Grandi Laghi, stessa identica cosa avviene con il Mare Adriatico e il Mar Nero, perciò viene utilizzata la stessa terminologia per indicare il medesimo fenomeno meteorologico. I moti convettivi asportano lo strato umido a contatto con lo strato d’acqua liquida avente temperatura più alta, permettendone l’evaporazione e la formazione di vapore acqueo che, raffreddandosi, condensa e sublima in gocce sopraffuse e migliaia di cristalli di ghiaccio. Le nubi, rappresentate dallo scorrimento dei pacchetti d’aria umida sul mare, condotti dall’aria gelida che, attraverso i venti da nord-est, lo sorvola, si muovono parallelamente al vento (street cloud), che le spintonano fino alle coste e ai versanti orientali dell’entroterra, facendo sì che si scatenino temporali in grado di arrecare piogge e graupel (o neve tonda) sulla costa e nevicate vere e proprie sulle colline. L’intensificazione delle correnti molto fredde, soprattutto in quota, agevolano la spinta ascensionale, consentendo loro di scontrarsi con le montagne appenniniche (stau appenninico), dove solo per sfondamento appenninico, indotto dal forte vento in quota, alcuni rovesci di neve associati a tali nubi, possono avvenire anche sul settore occidentale. Tuttavia, questi ultimi sono subito seguiti da ampie schiarite e, nella maggior parte delle volte, da deboli e minori precipitazioni rispetto ai settori orientali dell’Appennino, ove nevica anche abbondantemente.

Nell’immagine satellitare, un’istantanea del video immortalato dal Meteorologo abruzzese, Giovanni De Palma, possiamo notare quanto, le nubi cumulonembi, si formino in mare, parallelamente all’aria fredda che si incanala verso l’area marina, dopo aver superato gli altopiani balcanici. 

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