Meteo. Giunge al termine un Inverno utopico e molto mite. Ecco cos’è accaduto

Meteo. L’Inverno iniziato, meteorologicamente parlando, il primo Dicembre, esso stesso terminato il primo Marzo a livello meteorologico con l’avvento della Primavera meteorologica, secondo le rilevazioni meteo statistiche, è stato uno dei più miti e scarsamente piovosi e nevosi dal 1864. La mitezza degli ultimi Inverni dal 2012, data estiva nella quale si verificò l’anomalo scioglimento dei ghiacci artici, ma anche le fasi miti precedenti (dell’ultimo trentennio), decisamente aumentate, intervallate dai periodi invernali, esprimono la frequenza delle alterazioni indotte dal riscaldamento globale di origine antropica. Quest’ultimo Inverno, risulta essere uno dei più miti e siccitosi alle nostre medie latitudini e, dunque, su tutto lo scacchiere europeo, a causa dei maggiori raffreddamenti stratosferici polari (stratcooling) ma anche dalle conseguenze del riscaldamento globale sulla circolazione generale dell’atmosfera: il Vortice Polare è risultato piuttosto forte e compatto, cosicché, la Corrente a Getto polare (Polar Jet Stream), raramente si è abbassata verso le nostre medie latitudini e, essendo per quasi tutto l’Inverno, ancorata a nord del nostro emisfero boreale, ha relegato eventi estremante invernali alle alte latitudini, nonché tempestosi/piovosi sull’Europa centro-settentrionale, a causa della profondità delle basse pressioni di origine extratropicale. In questo modo, si è avuta anche una buona estensione della calotta artica che, almeno durante l’Inverno, ha riguadagnato terreno, specie in prossimità del Nord Atlantico, quest’ultimo, per via del rallentamento della Corrente del Golfo, sempre più freddo.

Negli ultimi tempi dalla fine di questo Inverno relativamente mite, si può notare quanto tutto ciò sia rilevabile da un’immagine satellitare scattata dall’inizio del mese di Marzo 2020 che vede l’Islanda, completamente ricoperta di coltre nevosa. Ciò implica come, il Vortice Polare (Polar Vortex), solo in pochissimi casi sia stato in grado di portare aria fredda verso sud.

Fonte immagine: NASA

L’unica massa d’aria molto fredda che è arrivata sull’Europa, in particolare centro-orientale e sull’Italia, ha avuto origine artico-continentale e, tramite una toccata e fuga, ha interessato anche il nostro territorio italico verso la fine di Dicembre 2019. Le uniche a tenere basse le temperature minime sulle nostre zone interne, sono state le escursioni e le inversioni termiche che hanno permesso le gelate notturne e del primo mattino. Nei miti Gennaio e Febbraio 2020, abbiamo avuto solo sfuriate invernali con un forte sbalzo termico da un clima moderatamente caldo ad uno temporaneamente freddo, mediante il passaggio di rapidi fronti freddi, ricolmi d’aria più fredda in quota di origine polare-marittima, i quali hanno fatto sì che ci fossero temporali, piogge, rovesci di neve tonda e deboli nevicate su un Appennino poco innevato, dando luogo, come nel Febbraio 2019, anche a forti folate di vento, non solo discensionali ma anche di Maestrale e successivamente di Grecale. Per quanto riguarda le precipitazioni nevose, a differenza della dorsale appenninica, sulle Alpi, le numerose perturbazioni nord-atlantiche e l’effetto stau, hanno consentito accumuli di neve significativi in alta montagna. Subito dopo, tra il breve passaggio delle temperate e piovose perturbazioni atlantiche associate alle raffiche di vento di Libeccio o Garbino (versante orientale abruzzese), ci sono stati periodi miti, soleggiati, dunque prettamente anticiclonici, dovuti ad un’area di alta pressione di matrice Subtropicale che, difficilmente, riesce a sradicarsi.

Grazie.

rc 

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