MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC – IL MIGLIOR VINO D’ABRUZZO APPREZZATO ANCHE NELL’ANTICA ROMA

L’Abruzzo è una regione prevalentemente montuosa e culla molte delle vette più alte dell’Appennino (il Gran Sasso, la Majella, il Monte Velino). Montagne che si affacciano sul Mar Adriatico formando una costa varia che dall’essere selvaggia nel sud cambia presentandosi con grandi e affollate spiagge nel nord. L’incontro tra il mare e i monti influenza naturalmente anche il clima che si presenta dalla costa verso l’interno sempre più piovoso e con temperature decrescenti. Un territorio che offre vaste aree selvagge e incontaminate e che vanta tre parchi di interesse nazionale, un parco regionale e ben 38 aree protette. È questo, in sommi capi, il luogo di nascita del Montepulciano d’Abruzzo DOC, che rappresenta, da solo, oltre l’80% dei vini a denominazione prodotti in Abruzzo e che è tra i primi tre vini DOC prodotti in tutta Italia. Il Montepulciano d’Abruzzo DOC si presenta alla vista di un colore rosso intenso, rubino acceso, vivo, che con l’invecchiamento tende verso il granata. Se al naso resta floreale e fruttato, con sentori di frutti rossi e spezie, al palato è asciutto, morbido, tannico, essenzialmente d’impatto. È ottenuto per la quasi totalità da uve del vitigno omonimo, a cui possono essere aggiunte, per una quantità non superiore al 15%, altre uve di vitigni a bacca rossa ammessi alla coltivazione in Abruzzo. I vigneti si trovano generalmente in terreni collinari o di altopiano, ad un’altitudine che non deve essere superiore ai 600 s.l.m. (solo quelli esposti a mezzogiorno possono trovarsi a quota 600 metri). Un vino ora decisamente apprezzato ma che ha alle sue spalle una lunga storia. Documenti attestano infatti che già nel Settecento veniva coltivato nella Valle Peligna, in Provincia dell’Aquila.La origine della viticoltura abruzzese è molto antica. Le prime testimonianze della presenza del vitigno in Abruzzo sono del 1700. Il Montepulciano d’Abruzzo prende il nome dal vitigno da cui proviene e non va confuso con il Nobile di Montepulciano che, invece, deve il suo nome al luogo di provenienza: Montepulciano che è in Toscana e non in Abruzzo. Alcune versioni della storia narrano che sia stato importato in Abruzzo da parte di un viaggiatore che nel diciannovesimo secolo portò il vitigno dalla Toscana all’Abruzzo dando il via ad una coltivazione proficua e lunga secoli. Invece Michele Troia, uno storico del XVIII secolo, afferma in un suo scritto che il vitigno Montepulciano nasca in Valle Peligna, quindi in Abruzzo. Le diverse versioni delle origini si mischiano anche alla leggenda: Polibio, uno storico greco-romano, narra che Annibale fece bere il Montepulciano d’Abruzzo ai suoi soldati facendoli guarire della scabbia. Si hanno tracce del Montepulciano anche in Ovidio ne “Le Metamorfosi”.Il Montepulciano d’Abruzzo gode della Denominazione Origine Controllatadal lontano 1968. Un riconoscimento che comporta alcune ristrettezze nella produzione atte a tutelare la qualità (la produzione massima consentita è, ad esempio, di 14 t/ha pari a 98 hl/ha) così come nelle metodologie di coltivazione. A controllare che tutto ciò sia rispettato c’è il Consorzio per la Tutela dei vini d’Abruzzo; un’associazione costituita da agricoltori e produttori dei migliori vini della regione che lavora per la tutela e la valorizzazione del territorio e dei suoi migliori prodotti.Oltre alla denominazione di Riserva che certifica un periodo di invecchiamento più lungo, il Montepulciano DOC può presentare alcune diverse sottodenominazioni che indicano altrettante specificità del territorio. Primo fra tutti il Il Montepulciano d’Abruzzo colline teramane, un vino DOCG che può essere prodotto esclusivamente nella provincia di Teramo. Il Montepulciano d’Abruzzo DOC Casauria o Terre di Casauria è sottoposto ad un periodo di invecchiamento non inferiore ai 18 mesi. Il vino che presenta la denominazione Terre dei Vestini viene prodotto in provincia di Pescara con il 90% di uva Montepulciano, mentre il Montepulciano d’Abruzzo DOC Alto Tirino nasce nelle provincia dell’Aquila da un minimo di 95% di Montepulciano così come la denominazione DOC Terre dei Peligni. Della provincia di Chieti è invece la denominazione DOC Teate. Il sigillo glorioso che determina il gusto, l’olfatto, la vista è l’insieme delle gemme naturali che questa terra la determina, naturale all’origine, intellettuale nell’ondeggiare nel cristallo.

 

( Cicchetti Ivan )

 

About Redazione - Il Faro 24