OCRE (AQ). GIOVANE PROVA A SPARARSI, I CARABINIERI LO BLOCCANO ED EVITANO IL PEGGIO

 

Si tratta di un giovane di Anzio (RM), classe ’75, che due giorni fa ha fatto perdere le proprie tracce, inviando un sms ad un medico specialista che lo aveva in cura dal tenore a dir poco preoccupante. Il giovane infatti partecipava al professionista di essere stato licenziato dal lavoro, di essere andato via di casa e gli chiedeva di notiziare la madre convivente affinchè si prendesse cura del loro cane. Vane si rivelavano a questo punto le ricerche della madre presso parenti e amici, nella speranza di rintracciare il figlio, così come vani risultavano i tentativi di contattarlo sulla sua utenza cellulare, che squillava senza però avere risposta. A questo punto la donna decideva di sporgere formale denuncia presso il locale Commissariato in modo tale da attivare immediatamente le ricerche del caso. Da una prima ricostruzione dei fatti emergeva come il giovane scomparso, dipendente di una clinica privata, prima di far perdere definitivamente le proprie tracce a bordo della sua Seat Ibiza di colore rosso, aveva avuto un forte alterco con i colleghi di lavoro, tanto che in preda al rancore aveva manifestato loro l’intenzione di suicidarsi.

DSC_1050Immediate sono scattate le ricerche del giovane, che grazie alle coordinate fornite dal suo telefono cellulare rimasto acceso, veniva sì localizzato, ma in un’area geografica piuttosto ampia, tra Rocca di Mezzo e San Demetrio ne’ Vestini.

A questo punto l’Arma aquilana attivava tutte le sue risorse sul campo, pattugliando palmo e palmo la zona interessata, che diventa molto impervia nella parte a ridosso delle montagne.

Dopo appena un’ora di ricerche, due militari liberi dal servizio a bordo di mezzo privato, rispettivamente della Stazione Carabinieri di Rocca di Mezzo e dell’Aliquota Radiomobile di L’Aquila, che benché non in orario di lavoro avevano deciso di concorrere nelle ricerche, rintracciavano il giovane a bordo della sua autovettura in  San Martino D’Ocre, frazione del Comune di Ocre, su una piazzola sterrata a margine della SP 38 Vestina. Gli accertamenti nel frattempo eseguiti sul conto del giovane facevano ritenere altamente probabile che lo stesso potesse portare con se armi e che volesse suicidarsi proprio mediante l’utilizzo di una delle 4 armi – 2 fucili e 2 pistole – dallo stesso regolarmente denunciate e detenute.  Nel frattempo non era stato possibile nemmeno sincerarsi dell’ammanco eventuale di armi presso l’abitazione del giovane, in quanto le stesse erano riposte in un armadio a muro blindato, le cui chiavi verranno poi rinvenute nella sua disponibilità.

I militari liberi dal servizio venivano nel frattempo raggiunti dai colleghi della gazzella in turno del Radiomobile di L’Aquila ed insieme, adottando tutte le cautele del caso, si avvicinavano al mezzo.

In particolare, al fine di garantire l’effetto sorpresa ed evitare che il giovane potesse fare gesti inconsulti alla vista delle uniformi, i militari in abiti civili a bordo del proprio mezzo privato, simulando un passaggio casuale sul posto, provvedevano una volta affiancato il mezzo,  a bloccare immediatamente il giovane, mentre i colleghi in divisa giungevano immediatamente dal retro del mezzo garantendo la sicurezza degli operanti e del giovane stesso. La professionalità dei militi e lo stratagemma utilizzato si rivelavano fondamentali per la buona riuscita dell’intervento: il giovane, che piangeva a dirotto, aveva tra le gambe uno zaino aperto con all’interno la sua pistola marca COLT calibro 45, con il colpo in canna e il grilletto armato, pronta a fare fuoco. Solo l’immediato rintraccio e la prontezza d’intervento dei militari evitava il peggio, quanto ormai il giovane era in procinto di farla finita.

Il dispiacere per il lavoro perso, il disagio sociale che tale evento porta con sé, il rancore per il diverbio avuto con i colleghi, nonchè alcuni problemi sanitari seri di cui il giovane soffriva da tempo, lo avevano convinto a farla finita.

Il giovane laziale, dopo essere stato tranquillizzato dagli stessi militari e riportato alla calma, veniva trasportato, con l’ausilio di personale 118, presso l’Ospedale San Salvatore di L’Aquila,dove veniva ricoverato e subito sottoposto alle cure del caso.

Il serbatoio dell’arma conteneva ulteriori 6 proiettili, quasi ad evitare che l’insano gesto potesse fallire, e nel cassetto porta oggetti del mezzo venivano rinvenuti ulteriori 37 colpi calibro 45 e un ulteriore caricatore della stessa pistola contenente altri 7 colpi. All’interno della tasca del giubbotto del giovane, i militari rinvenivano anche un coltello a serramanico di tipo “Cecoslovacco”.

Le armi rinvenute, così le altre legalmente detenute presso l’abitazione del giovane, venivano tutte precauzionalmente ritirate.

 

 

 

 

 

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