Pescara mi piace: ” La città è ferma ed il sindaco si diverte a giocare a scacchi”

“In una città completamente ferma il sindaco Alessandrini si diverte a giocare a scacchi, togliendo e mettendo assessori, senza alcuna logica né senso, tranne la necessità di cedere ai ‘ricattucci’ della politica per tentare di restare miracolosamente in piedi e non dover tornare anzitempo alle urne. In tutta onestà tali giochetti, espressione della peggiore politica, quella che ha allontanato i cittadini dalla vita pubblica facendo prevalere l’onda dell’antipolitica grillina, non ci interessa. Ci angoscia, invece, che questa politica di basso livello influisca su una città turistica in cui i negozi continuano a chiudere, i servizi a mancare, in cui le spiagge, al 14 agosto, sono vuote perché non ci sono più turisti né bagnanti, una città che sta forse vivendo il momento economico peggiore della propria storia, in cui si organizzano notti bianche dello shopping, ma 4 attività su 5 restano chiuse. Il sindaco Alessandrini sta portando Pescara verso il baratro e non possiamo permetterlo: passato Ferragosto chiameremo a raccolta le forze migliori della città per chiedere a gran voce le dimissioni di una giunta comunale che, pur cambiando nomi, facce e deleghe, continua a essere incapace di governare”. L’hanno annunciato l’avvocato Berardino Fiorilli e Armando Foschi, promotori dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’.

“In tutta onestà non abbiamo memoria di una crisi politica all’interno del Comune gestita in maniera tanto imbarazzante – hanno commentato l’avvocato Fiorilli e Foschi -. Assistiamo ad assessori che entrano, combinano disastri, ed escono e vengono sostituiti da chi è stato più bravo a tirare per la giacchetta il sindaco. E allora, il Governatore D’Alfonso fa i capricci e vuole fare un dispetto al suo assessore Di Matteo e obbliga il sindaco Alessandrini a dimissionare Sandra Santavenere per accontentare Blasioli e mettere in giunta le fedelissime Laura Di Pietro e Antonella Allegrino. Alessandrini mal digerisce le invadenze e lo strapotere dei Teodoro e mette fuori dalla giunta la giovane Veronica. Poi però i Teodoro sbattono i piedi, paralizzano il Consiglio, e allora Alessandrini sbatte fuori un pezzo da 90 come Giuliano Diodati, altro recordman di voti, il grande fautore della realizzazione del nuovo stadio nel cuore della Riserva naturale dannunziana, e rimette dentro niente po’ po’ di meno che Gianni Teodoro, che di certo non gli garantirà né stabilità né tranquillità di governo. E in mezzo a tali imbarazzanti pasticci c’è una città inerme e ferma: a Pescara non si progetta, non si realizza, ma si chiacchiera soltanto e si perdono fondi ministeriali. In tre anni di governo non c’è un solo parcheggio in più, non un’isola pedonale in più, né si fa la manutenzione dell’esistente. Il commercio continua a morire, l’inquinamento continua ad appestare l’aria della città, le spiagge si sono svuotate perché nessuno ha fiducia delle inutili rassicurazioni del sindaco circa la balneabilità delle acque, e il sindaco Alessandrini non prende una decisione sensata, ma continua a giocare con i soldatini togliendo e aggiungendo assessori senza alcuna logica, se non quella di restare in carica e non essere costretto a cedere l’onore delle armi, anteponendo i propri interessi a quelli della città. Onestamente è arrivato il momento di finirla: non possiamo continuare ad assistere inermi all’agonia della città – hanno proseguito l’avvocato Fiorilli e Foschi -, il nuovo cambio di assessori scatenerà solo nuove lotte intestine all’interno della maggioranza, e Pescara non può essere la vittima delle ‘correnti politiche del Pd’, vittima della faida tra dalfonsiani, dimatteiani e teodoriani. Passata la pausa ferragostana, l’Associazione ‘Pescara – mi piace’ chiamerà a raccolta le migliori forze della città, professionisti, associazioni, sindacati, per chiedere in modo unitario il ritorno alle urne. Alessandrini ha dimostrato in ogni modo di non avere né le physiche du role, né il polso, né l’autorevolezza necessaria per rivestire la carica di sindaco della città, ha avuto la sua occasione, ha dimostrato il proprio limite politico, è giusto che vada a casa lasciando spazio a chi è in grado di governare un territorio con tante problematiche come Pescara”.

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