“PONTE SUL VOMANO? VAGONATE DI PAROLE E FATTI ZERO”

 

“Il 9 marzo scorso la Provincia di Teramo sottoscrive il contratto per la realizzazione del nuovo ponte sul fiume Vomano che dovrebbe collegare i Comuni di Castellalto e Cellino Attanasio. L’ente guidato da Renzo Di Sabatino comunicava che ‘l’opera, da capitolato, dovrà essere realizzata in 180 giorni lavorativi’. Da allora sono trascorsi quasi sei mesi e quindi il ponte dovrebbe essere sostanzialmente terminato. A oggi però risulta l’esatto contrario e cioè che l’opera non è stata neppure iniziata. E questa non può che essere l’ennesima dimostrazione di quanto sia semplice fare propaganda. I fatti concreti? Non pervenuti”. Il consigliere regionale Leandro Bracco torna a occuparsi di infrastrutture viarie del Teramano e, nello specifico, di un ponte del quale si parla da anni e che dovrebbe essere portatore di molteplici vantaggi soprattutto per le comunità castellaltese e cellinese. “L’opera – afferma Bracco – ha un costo complessivo di poco inferiore ai 6 milioni di euro stanziati dalla Regione Abruzzo e la ditta affidataria è un’ATI (Associazione temporanea di imprese) costituita dal raggruppamento delle società Di Eleuterio e Di Sabatino”. “Come è noto – prosegue l’esponente di Sinistra Italiana – questo appalto riveste notevolissima rilevanza per il traffico che coinvolge la vallata del Vomano in quanto il nuovo tracciato collega direttamente la Strada Provinciale n. 23 di Cellino e la S.S. n. 150 del Vomano, migliorando sensibilmente la viabilità delle opposte sponde del fiume con significativi benefici sia per le popolazioni residenti che per le imprese”. “Immediatamente dopo la firma del contratto – evidenzia Bracco – mi sono premurato di segnalare pubblicamente l’anomalia costituita dalla comunicazione ufficiale della Provincia, in base alla quale il ponte da realizzare dovrebbe essere ‘lungo 80 metri’ e dovrebbe attraversare il Vomano in un tratto caratterizzato da consistenti fenomeni erosivi sebbene tale lunghezza sia palesemente difforme rispetto a quella di 115 metri che rese nota la medesima Provincia di Teramo nel 2015. In quella data infatti fu bandito l’appalto che si fondava su una progettazione preliminare che metteva a gara sia la stessa progettazione definitiva che la realizzazione dei lavori”. “Già allora – sottolinea Bracco – ben prima che la tragedia di Genova accendesse i fari dell’attenzione pubblica su tutti i ponti d’Italia, chiedevo di verificare se le scelte tecniche fossero congruenti con il primario interesse pubblico della sicurezza, se le opere di contenimento del fiume e di prevenzione dei fenomeni erosivi fossero previsti e in quale misura, se ogni accorgimento tecnico per limitare il dissesto idrogeologico fosse stato considerato. Chiedevo inoltre di verificare se fosse stata posta la massima attenzione alla prevenzione di ipotetici problemi all’infrastruttura viaria anche nell’ottica di scongiurare eventuali opere di manutenzione che si dovessero rendere necessarie per ovviare a possibili carenze di progettazione e di realizzazione”. “E se la Provincia stessa – nota il Consigliere Segretario – a marzo scorso si rammaricava ‘di non aver potuto iniziare prima i lavori’ in quanto ‘ci sono stati ricorsi incrociati e si è trascinata a lungo una disputa interpretativa e giurisprudenziale sui criteri di affidamento, risolta con sentenze del Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia europea’ ma esprimeva soddisfazione ‘perché finalmente si concretizza un progetto particolarmente atteso dalla comunità’, mi domando oggi quale altro plausibile impedimento osti alla realizzazione definitiva di un’infrastruttura di tale rilievo che avrebbe già dovuto essere completata e messa in esercizio”. “Per quanto tempo ancora – conclude Leandro Bracco – si vorrà dar vita a vagonate di chiacchiere che però poi nella realtà non trovano alcun tipo di riscontro?”.

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