QUEL COGNAC CHE SALVO’ LA VITA AD UNA FAMIGLIA DI DISTILLATORI

di Mario Cantoresi

Nel febbraio del 1945 la Seconda Guerra Mondiale ancora non era finita ma la rovinosa sconfitta tedesca era ormai diventata evidente a tutti.
Per questo motivo i disegni strategici dei Capi di Stato Alleati andavano già di molto oltre il puro conflitto bellico ed erano rivolti alla creazione dei futuri equilibri mondiali.

In altre parole i tre grandi, Franklin Delano Roosevelt, Winston Churchill e Josip Stalin, seduti al tavolo della Conferenza di Jalta in Crimea, avevano deciso di stabilire le rispettive zone d’influenza del mondo.

Le trattative, ovviamente, si svolsero sempre in un clima di grande tensione ed in fondo questo rientrava nella logica delle cose considerando i caratteri dei tre Statisti ma, durante le pause per il pranzo e la cena, improvvisamente ogni nervosismo veniva dimenticato ed i tre grandi riuscivano persino a scherzare e ridere tra di loro, proprio come accade fra vecchi amici.

Fu proprio durante una di queste cene che Stalin, notando la particolare predilezione che Churchill manifestava verso i superalcolici, chiese al Primo Ministro Inglese se avesse gradito assaggiare una nuova marca di brandy.

Of course” – rispose il Britannico- “I like a brandy with my cigar”!
Fu allora che Stalin fece portare un’elegante bottiglia di Cognac Armeno che si chiamava “Ararat”, proprio come la biblica montagna.
Fu un autentico colpo di fulmine!
Anzi, stando alle parole di Sara, figlia di Churchill, il padre “falls in love with Ararat”.

L’inglese, nell’ultimo giorno della conferenza, ai momenti dei saluti, prese da parte Stalin e gli chiese: “Josip… cosa devo fare per avere un po’ di quelle bottiglie del tuo ottimo Cognac”?
Oh… proprio nulla Winston” – rispose il dittatore Sovietico “Mettiti comodo sul divano di casa ed aspetta che arrivi la prima di tante forniture di Ararat che potrai considerare come un mio regalo personale.”

In fondo, a modo loro, Churchill e Stalin erano legati da grande amicizia. Capaci di scatenare una guerra ideologica e mondiale da un momento all’altro ma inguaribili romantici allorquando si sedevano a tavola.

Fu così che dall’Armenia mensilmente partivano generose forniture di Cognac Ararat che continuarono ad arrivare a Londra anche quando Churchill non fu più il Primo Ministro Inglese.

Un giorno però accadde un fatto deplorevole.
L’inarrivabile palato di Churchill, abituato a pasteggiare con una bottiglia di Cognac a pranzo ed una a cena, notò un diverso gusto nella sua bevanda preferita è per un suddito così titolato della Regina Elisabetta questo era decisamente da considerasi come un intollerabile affronto.

Il Lord prese carta e penna e scrisse le sue decise rimostranze al Compagno Segretario Stalin, allora all’apice del suo immenso potere.

Il dittatore Sovietico quando ricevette la lettera rimase allibito e chiese immediate e dettagliate spiegazioni ai produttori Armeni.
La risposta fu: “Ma Compagno Segretario… seguendo le tue precise disposizioni abbiamo provveduto ad internare i vecchi distillatori in un Gulag siberiano poiché non erano abbastanza comunisti.”

Vedete, lo avevo già premesso, Stalin tutto sommato era un inguaribile romantico.
Per questo motivo ordinò urlando in maniera furibonda l’immediata scarcerazione dei distillatori che erano stati internati e la loro reintegrazione nei posti di lavoro pena la fucilazione dei responsabili della solerte esecuzione del suo precedente ordine!!!!

Morale della storia:
1) Stalin, forse per la prima volta in vita sua, fece un gesto di clemenza;

2) Churchill riebbe il suo Cognac Ararat nella migliore qualità possibile…

3) un’intera famiglia di sapienti distillatori Armeni potè continuare a vivere, lavorare e moltiplicarsi tranquillamente su quegli antichi altipiani all’ombra del mito di Noè e della sua Arca.

Sapete una cosa?
È proprio vero… qualche volta un cicchetto allunga la vita.

 

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