Quello che in Italia non dicono. La Svezia sull’orlo di una guerra civile

Non succedeva dai tempi della Seconda Guerra Mondiale o, meglio ancora, dal periodo della Guerra Fredda: la Svezia fiabesca di Pippi Calzelunghe, terra di rara bellezza che ha dato i natali a personaggi straordinari come Greta Garbo, Ingrid Bergman, Carlo Linneo e molti altri ancora, è ormai ai ferri corti e pianifica una strategia di difesa nazionale.

Nell’ultimo anno si è trovata a fronteggiare più di 300 sparatorie mortali tra Malmo e Stoccolma, nelle zone dove risiede la maggior parte degli immigrati.

In queste ultime settimane governo e opposizione hanno raggiunto un accordo comune: quello di ristabilire ferree regole in una comunità che si è sempre distinta per tolleranza e civiltà. Non ci è dato sapere in che modo verrà ripristinato l’ordine, nel frattempo però, 4,7 milioni di famiglie stanno ricevendo un vademecum che spiega loro come affrontare una possibile guerra civile. Un vero e proprio manuale da difesa in caso di guerra, per insegnare al cittadino come reperire beni essenziali come acqua, cibo e riscaldamento, come proteggersi da attacchi informatici e terroristici, come unirsi alle forze di difesa.

Tutta la società deve essere preparata ai conflitti, non solo i militari. Non abbiamo usato parole come difesa totale o allerta da almeno 25-30 anni o più, quindi la consapevolezza tra i cittadini è molto bassa” asserisce Christina Andersson, capo del progetto presso l’agenzia svedese per le contingenze civili.

E mentre il governo svedese si sta preparando ad affrontare un evento destabilizzante per tutto il Paese, non solo i media europei continuano ad ignorare l’allarme – perché di allarme si tratta – ma fanno totale controinformazione, e chi è costretto a parlarne per rispettare un minimo di codice deontologico, usa la Russia come capro espiatorio. Applausi.

adm

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