REINDUSTRIALIZZAZIONE BUSSI: “ANCORA MOLTE DOMANDE”

“Oltre alla criticità rappresentata dal vigente piano paesistico che dovrebbe essere variato, vi sono ulteriori aspetti di notevole rilevanza che non possono non essere chiariti. Non pochi infatti sono i tasselli che non riescono a incastrarsi nell’intricato puzzle che concerne la rinascita di matrice socio-economica che attiene alla realtà di Bussi sul Tirino. Per non parlare del cronoprogramma che diverso tempo fa è stato messo nero su bianco. Cronoprogramma il cui rispetto dei tempi pare essere un’utopia”. Sono questi gli elementi chiave del comunicato stampa che il Consigliere regionale ed esponente di Liberi e Uguali Leandro Bracco ha diramato poche ore fa e che riguarda una vicenda annosa e dalle molteplici sfaccettature che riguarda la reindustrializzazione del sito pescarese di Bussi. “Con decreto sindacale n. 10 del 3 settembre 2013 – riferisce Bracco – è stato pubblicato sull’albo pretorio online del Comune di Bussi sul Tirino l’avviso pubblico per la manifestazione d’interesse finalizzata all’individuazione di aziende interessate a investire nell’area. Con delibera n. 12 del 17 luglio 2014, lo stesso Comune di Bussi ha individuato il gruppo Uniholding-Unichimica quale soggetto avente i requisiti richiesti”. “Il 25 novembre 2016 – prosegue il Consigliere – è stato sottoscritto il protocollo d’intesa fra Regione Abruzzo, Comune di Bussi e la società Uniholding-Unichimica medesima. Il 6 dicembre seguente proprio il Comune di Bussi ha acquistato i terreni di proprietà della società Solvay. Successivamente, ritenendo la proposta di Uniholding-Unichimica ‘un importante e fondamentale inizio di rinascita e sviluppo socio-economico per l’intera comunità bussese’, l’amministrazione comunale ha ceduto il diritto di superficie dei terreni acquistati”. “Nel piano d’impresa, parte integrante dell’accordo di programma – evidenzia Bracco – il documento economico e finanziario nonché il rendiconto previsionale sono ‘formulati in maniera incompiuta’. Questo si legge nelle carte ufficiali. Come se ciò non bastasse, l’attuazione e la valutazione dell’iniziativa risultano subordinati alla definizione di molte questioni come ad esempio l’ottenimento del finanziamento da parte di Invitalia così come l’autorizzazione per la costruzione di una nuova centrale idroelettrica considerata ‘indispensabile per evitare costi eccessivi per il nuovo investimento’. Questi sono aspetti – sottolinea Bracco – che danno estrema concretezza ai dubbi riguardo l’iniziativa di reindustrializzazione”. “Considerata la natura delle attività industriali che si vorrebbe impiantare nell’area geografica di Bussi – rimarca l’esponente di Liberi e Uguali – mi chiedo se siano state attivate tutte le necessarie procedure autorizzative. A oggi però, a nome della società proponente, sembrerebbero non essere in corso atti specifici”. “Inoltre il progetto di sviluppo – specifica Bracco – prevede la validazione degli impianti entro il 2018. Circostanza, questa, che presumibilmente fa parte del libro dei sogni nonostante sia la stessa società a considerare ‘il fattore tempo di primaria importanza per la riuscita del progetto'”. “Ritengo dunque assolutamente necessario seguire passo dopo passo il percorso di questa iniziativa industriale nella speranza – conclude Leandro Bracco – che non si riveli una mera illusione, oltretutto onerosa, ai danni della comunità bussese”.

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