RIFUGIATI UCRAINI VITTIME DI TRATTA. UNARMA: “URGE COORDINAMENTO CON AUTORITÀ”

Donne e bambini ucraini nell’occhio della criminalità organizzata. È
quanto emerge nelle ultime ore stando anche alle segnalazioni dell’Oim,
agenzia Onu dei migranti, e del Greta (il Gruppo di esperti del
Consiglio d’Europa sull’azione contro la tratta degli esseri umani), che
hanno già lanciato l’allerta sui primi casi accertati di tratta e
sfruttamento di esseri umani tra i rifugiati ucraini. “È uno dei
risvolti preoccupanti della guerra tra Russia e Ucraina, un fenomeno che
abbiamo avuto anche la possibilità di appurare ascoltando le
testimonianze di alcune donne che hanno oltrepassato il confine tra
Ucraina e Polonia”, è quanto afferma Antonio Nicolosi, segretario
generale di UNARMA, sindacato nazionale dell’Arma dei Carabinieri. Tra
le testimonianze raccolte da UNARMA, che saranno evidenziate via
notiziario sindacale, una rifugiata del Donbass ha raccontato che non
appena arrivata in Italia: “Diversi amici e parenti mi hanno contattata
e chiesto se il viaggio fosse andato bene, perché sulla strada da
Leopoli fino alla frontiera avevano già saputo di bambini scomparsi. A
Leopoli c’erano praticamente solo donne e bambini in partenza, una
stazione che in genere ospita 5.000 persone, ma ce ne saranno state
almeno 40.000 che per la calca passavano una sopra all’altra, per questo
è molto facile distrarsi e perdersi di vista”. “Il 90% dei rifugiati
sono donne e bambini, oltre la metà sono in Polonia ed è proprio lì che
apprendiamo il maggior numero di casi di sfruttamento sessuale. La
mancanza di controlli certi alla frontiera incoraggia la tratta di
esseri umani, gli sciacalli approfittano di bambini senza adulti al
seguito o di donne in difficoltà per intercettarli e, in cambio di
aiuti, introdurli nel racket dello sfruttamento e della prostituzione e
tratta di organi. UNARMA, a difesa dei diritti e dei soggetti più
fragili, chiede che sia stabilito un coordinamento tra le autorità e le
ONG sul campo per scongiurare la situazione e affrontare l’enorme flusso
di rifugiati, velocizzando le pratiche di accoglienza e adozione”.

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