Si pagheranno più tasse con la nuova riforma del Catasto?

Già da diversi anni si dibatteva a proposito di una riforma che riguardasse il catasto.

Una manovra che da anni viene rinviata e che finalmente ha trovato il suo lasciapassare in Parlamento, solo qualche giorno fa.

Giungere all’approvazione della riforma non è stato facile, il percorso è stato in salita, il dibattito molto acceso e, tuttora, non è ancora chiaro se questa riforma comporterà un maggiore esborso di denaro da parte dei cittadini italiani.

Per chiarire meglio questo punto è necessario fare un passo indietro e definire meglio cosa si intende quando ci si riferisce al concetto di valore catastale.

Il valore catastale di un immobile corrisponde al valore fiscale di quest’ultimo, una misura utile a calcolare le imposte su specifiche transazioni che lo riguardano.

In particolare viene utilizzato per definire le tasse che verranno applicate sulle donazioni, le successioni e la vendita, quando si fa riferimento all’imposta di registro, catastale e ipotecaria.

Le prime due, generalmente, variano in base al grado di parentela che lega beneficiario e proprietario.

Queste e molte altre informazioni in merito, possono essere facilmente desunte da un articolo molto approfondito sul valore catastale immobile, pubblicato sul sito di Dove.it, agenzia immobiliare online specializzata anche nelle valutazioni immobiliari.

Giova specificare, sempre secondo quanto riportato da questa fonte, che il valore catastale non va confuso con la rendita catastale, utile, invece, a fissare il reddito di un immobile, secondo specifiche classificazioni dell’Agenzia delle Entrate.

I due valori si calcolano anche in maniera diversa.

La rendita catastale, infatti, è la base di partenza per il calcolo del valore catastale, che viene, in questo caso, rivalutata del 5%, e moltiplicata per il coefficiente definito dalla legge, per la categoria catastale di appartenenza a cui si fa riferimento l’immobile.

Alla luce di tutte queste informazioni relative al valore catastale, capiamo ora in cosa consiste la riforma appena approvata dal Parlamento.

Questa, di fatto, si traduce in una modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e nella relativa revisione del catasto dei fabbricati.

È specificato apertamente che non contribuirà ad aumentare la base imponibile che potrebbe condurre al pagamento di maggiori tasse da parte dei cittadini.

Serve semplicemente a riordinare il sistema di calcolo in modo da non creare ingiuste disparità e incongruenze, garantendo il pagamento delle imposte idonee da parte di tutti e in base al reale valore dell’immobile oggetto di transazione.

Nella pratica, il valore catastale verrà integrato con il valore patrimoniale e la rendita coerente con i valori di mercato.

Allo stesso modo, gli immobili di interesse storico subiranno una riduzione del valore catastale proprio in virtù delle maggiori spese di manutenzione e conservazione a cui sono soggetti.

Si tratta, dunque, di una riforma che serve ad allineare la base imponibile e che, tra l’altro, si rende necessaria per beneficiare del prossimo PNRR.

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